Braccio di ferro sullo sfratto dall’hotel
«Da qui i nostri parenti non vanno via»

Braccio di ferro sullo sfratto dall’hotel «Da qui i nostri parenti non vanno via»
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Martedì 4 Dicembre 2018, 06:10
FABRIANO - «Dall’hotel non ce ne andiamo per nessun motivo, dovranno venire le forze dell’ordine a tirarci fuori. I nostri cari si trovano benissimo, sono rinati, sereni. Prima non c’era nessun posto nelle strutture pubbliche, ci siamo dovuti rimboccare le maniche da soli e adesso tutti pretendono di dirci cosa dobbiamo fare».

E’ lo sfogo dei parenti dei 33 utenti ospiti dell’Hotel Gentile, in via Di Vittorio a Fabriano, che entro questo mese dovranno lasciare la struttura dopo l’ordinanza del sindaco, Gabriele Santarelli, che ordina, la ricollocazione degli anziani altrove. La decisione è arrivata dopo il blitz notturno dei carabinieri del Nas di Ancona e il sopralluogo dell’Asur che parlano di residenza protetta senza le dovute autorizzazioni. La cooperativa Iris, invece, più volte, ha spiegato di «prestare assistenza domiciliare ad anziani che vivono in hotel». L’avvocato Fabio Grugnaletti, rappresentante dei familiari, ha incontrato ieri pomeriggio la stampa per annunciare che, entro la settimana, verrà depositato ricorso con richiesta di sospensiva del provvedimento. «E’ un grave disagio quello che stanno subendo gli anziani e i loro cari – ha detto – e che riguarda il tessuto sociale di questa città. Qui i nonnini si trovano bene, hanno ritrovato serenità. Alcuni sono addirittura migliorarti perché socialmente stanno tutti insieme e quindi trascorrono meglio le loro giornate. Gli anziani sono ospiti dell’hotel Gentile, pagano regolarmente e in più hanno l’assistenza da parte del personale della cooperativa Iris». Non è esclusa, a breve, la creazione di un comitato di parenti per sensibilizzare l’opinione pubblica un tema così delicato. Diversi i parenti degli utenti che sono intervenuti. «Grazie a questa struttura siamo tranquilli – ha detto Erminio Piermartini – perché c’è assistenza e tranquillità. Alternative non ci sono». Domenica Morelli alza la voce. «Ho portato qui mia zia da Latina e quando le ho detto che sarebbe andata in hotel, lei ha subito pensato a una vacanza. Non è facile portare i nostri cari in un contesto nuovo. Qui mi sono fidata di tutti fin dal primo momento perché conoscevo la serietà della cooperativa Iris. Posso sempre entrare, a tutte le ore, e ho trovato mia zia sempre serena. Non ci sono mai stati problemi in questi mesi grazie alla professionalità e all’amore delle 25 persone che ci lavorano. Paghiamo tutto senza usufruire di soldi pubblici: potrò fare come voglio? Zia da qui non uscirà».

 

Gabriella Catalani, invece, sottolinea come «questi anziani non possono essere spostati altrove perché stanno benissimo in hotel. Il sindaco di Fabriano deve prendere in carico il problema. Siamo preoccupati per i nostri cari perché il trasferimento altrove potrebbe peggiorare le loro condizioni di salute». Luna Compagnucci, infine, ha evidenziato come «tutti sapevamo, dall’inizio, che i nostri cari sarebbero stati in hotel con il servizio assistenza e non in una residenza protetta, l’abbiamo scelto per questo motivo». Il titolare della cooperativa, Gianvito Marinaccio, ha spiegato che «gli utenti sono ospiti dell’hotel e la cooperativa Iris presta assistenza domiciliare in base alla richiesta dell’utente o del familiare». Un servizio, quindi, in conto terzi. Secondo le forze dell’ordine, invece, si tratterebbe di una residenza protetta a tutti gli effetti, e, in questo caso, sarebbe sprovvista di alcune autorizzazioni. I familiari si sono schierati affianco alla cooperativa Iris e sono stati sempre soddisfatti del servizio offerto ai propri cari.
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