Botte e minacce alla compagna
«Non vali niente, sei immondizia»

Botte e minacce alla compagna «Non vali niente, sei immondizia»
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Domenica 21 Luglio 2019, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 16:32
ANCONA  - Si conoscono sui social network, si piacciono e intrecciano una relazione, finendo a convivere sotto lo stesso tetto, in un appartamento non tanto distante da Ancona. Nel giro di qualche anno, la situazione precipita e la violenza si scatena tra le mura domestiche. Soprusi, minacce, intimidazioni e umiliazioni: «Sei una nullità, sei immondizia». Sono solamente alcuni degli epiteti che un operaio di 38 anni avrebbe pronunciato contro quella che ormai è la sua ex compagna. 

 

A raccontare le offese agli investigatori della Squadra Mobile è stata la stessa vittima, poco più giovane dell’ex convivente. Lo ha fatto circa un mese fa, quando è stata ricoverata al pronto soccorso a causa delle botte impartite dall’uomo al termine dell’ennesima discussione scaturita all’ora di cena per futili motivi. C’è voluto l’ingresso all’ospedale di Torrette con il volto coperto di sangue per farla denunciare i maltrattamenti subiti. I poliziotti della questura, Sezione reati contro la persona, non hanno perso tempo per cristallizzare la situazione. Hanno ascoltato la vittima, raccolto i racconti dei testimoni, estrapolato i file whatsapp dal contenuto minatorio e alla fine inviato tutto al pm Ernesto Napolillo. Non c’è voluto molto per richiedere al gip Carlo Cimini un provvedimento restrittivo nei confronti del 38enne. Il divieto di avvicinamento alla donna gli è stato notificato venerdì pomeriggio. L’uomo dovrà andare a vivere in un altro appartamento e non dovrà neanche comunicare con l’ex convivente. Pena, l’inasprimento della misura cautelare. 

Sull’operaio pende una doppia accusa: maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’apertura del fascicolo trae origine proprio con l’accesso al pronto soccorso della donna, avvenuto lo scorso giugno. È al nosocomio di Torrette che si sono attivate tutte le procedure del caso per tutelare la vittima di violenza. La donna, anche lei operaia, era arrivata in ospedale con il volto tumefatto. Stando a quanto raccontato dalla persona offesa, l’aggressione era scaturita dopo una accesa discussione avvenuta per futili motivi: l’uomo, dopo aver alzato la voce, si era alzato per colpirla al viso. Lei era caduta a terra, sbattendo anche la testa. La diagnosi aveva parlato di un trauma cranico con ferita del labbro superiore ed inferiore, guaribile in tre settimane. In quell’occasione, la donna aveva raccontato alla Mobile tutta la sua verità. E dunque, di aver conosciuto il compagno diversi anni prima tramite social network e di essere andata quasi subito a convivere con lui. 

Negli ultimi mesi, lui l’avrebbe tempestata di insulti e umiliazioni («Non sei buona a fare nulla», «Non capisci un tubo») fino a passare alle violenze fisiche. L’ultima, quella che l’ha costretta ad andare al pronto soccorso con l’ambulanza. L’attività investigativa si è basata sulla raccolta della testimonianza della vittima, dei testimoni della delicata vicenda familiare e sull’analisi delle chat whatsapp e dei file audio contenuti nel telefono della vittima. A causa del rischio che i maltrattamenti potessero continuare, il gip ha emesso la misura cautelare chiesta dalla procura. L’uomo si è trasferito in un’altra abitazione concordata con il personale di polizia. Quello di venerdì è solamente l’ultimo caso di violenza trattato dalla Squadra Mobile sotto il coordinamento del dirigente Carlo Pinto e del responsabile della sezione, l’ispettore superiore Elisa Gentili. 

A partire da gennaio 2019, sono state applicate 8 misure cautelari riferibili ai reati di genere. Cinque sono state emesse per stalking e 3 per maltrattamenti. Due sono finiti agli arresti domiciliari e 6 hanno subito il provvedimento del divieto di avvicinamento alla vittima. Sono state denunciate 22 persone a piede libero, di cui 7 per stalking, 8 per maltrattamenti in famiglia. Gli altri sono stati denunciati per reati come lesioni personali e minacce. Finora, sono state trattate 200 pratiche della Sezione reati di genere. Attualmente, ne sono in trattazione un centinaio legate a vicende che arrivano da ogni angolo della provincia dorica. Sotto la lente della questura ci sono 49 casi di maltrattamenti, 15 casi di atti persecutori, 15 di violenza sessuale, 10 di lesioni avvenute in contesti domestici e due inchieste sulla circonvenzione di incapace. Tra i colpi assestati dalla Mobile, quello avvenuto lo scorso febbraio, con l’arresto in Slovenia – con tanto di pedinamento transfrontaliero – di Mirco Bracaccini sui cui pendeva una misura di custodia cautelare in carcere. Recentemente è stato condannato in primo grado per stalking e maltrattamenti. 
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