Bolletta-salasso, i sindaci taglia-spese: nelle città luci spente, smorzate oppure a file alterne

Bolletta-salasso, i sindaci taglia-spese: nelle città luci spente, smorzate oppure a file alterne
Bolletta-salasso, i sindaci taglia-spese: nelle città luci spente, smorzate oppure a file alterne
di Andrea Maccarone
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Venerdì 2 Settembre 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 15:58

ANCONA - Le amministrazioni comunali alla prova d’ingegno per scovare le soluzioni migliori al fine di risparmiare sulle bollette del prossimo autunno-inverno. Subito sub judice il piano dell’illuminazione pubblica che rappresenta una delle voci più impattanti nel bilancio delle spese comunali. La partita si gioca su due uniche chance: posticipare l’orario di accensione delle luci (vedi Ancona e Falconara), oppure suddividere il territorio in zone dove disporre un’illuminazione al 50% (Senigallia).

Altrimenti lavorare sul dimmeraggio, ovvero la riduzione della luminosità delle fonti (Fabriano). Sulle azioni da mettere in campo la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, ha spinto sull’acceleratore per non trovarsi in emergenza con l’arrivo dei primi freddi e soprattutto in prospettiva dei prossimi ulteriori rincari sulle bollette. 


Al buio


L’amministrazione comunale del capoluogo ha già disposto la prima misura correttiva, per ora prevista fino al 31 dicembre, in contrasto al consumo energetico: lampioni spenti un’ora e venti minuti prima dell’alba. E sul fronte degli impianti sportivi comunali l’amministrazione ha già incontrato i gestori assicurando un contributo per sostenere le spese.

In particolare si andrà a coprire il delta del costo delle utenze in relazione al rapporto delle annualità 2022-2021. A fronte di ciò «abbiamo chiesto ai gestori degli impianti sportivi di consegnarci una scheda con tutti gli importi e abbiamo raccomandato comportamenti virtuosi» ha aggiunto la Mancinelli. Sulla stessa linea la sindaca di Falconara, che sull’illuminazione pubblica prevede «un anticipo sull’orario di spegnimento» afferma Stefania Signorini. Mentre a Senigallia il sindaco Massimo Olivetti opta per una razionalizzazione dell’utilizzo dei lampioni. «Abbiamo quindi ipotizzato di spegnere una fila di lampioni nelle strade che hanno appunto la doppia linea, come il lungomare - spiega Olivetti - e nelle altre, dove è presente un’unica linea, lasceremo un lampione acceso e uno spento, come peraltro accadeva già dieci anni fa, in modo tale da garantire un’illuminazione continua seppure ridotta di intensità». 

L'alternativa


Un’altra alternativa la fornisce la sindaca di Fabriano, Daniela Ghergo: «Stiamo studiando interventi sull’illuminazione pubblica, in particolare il dimmeraggio delle lampade di illuminazione pubblica a led già installate. Qualsiasi intervento dovrà essere studiato per non comprometterne la sicurezza stradale di auto e pedoni». Senigallia, inoltre, potrebbe decidere di mettere al buio i monumenti «dalla Rotonda, a porta Lambertina fino alla facciata del Comune - continua il sindaco -, seppure il risparmio sia davvero marginale, li spegneremo lo stesso come forma di protesta per dare un segnale». La spending review tocca anche le fontane. A Fabriano la sindaca Daniela Ghergo ipotizza una «riduzione delle ore di accensione degli impianti di pompaggio o di ricircolo delle fontane». A Osimo la giunta attende la fine dell’estate per fermarsi a ragionare su come affrontare il problema del caro bolletta. «Intanto nell’ultima variazione di bilancio - spiega il sindaco Simone Pugnaloni - abbiamo investito 150 mila euro per le associazioni sportive, 100 mila euro per le famiglie, 150 mila per le imprese». 


Rebus riscaldamento 


Fatta luce, senza ironia, su come affrontare il tetris dell’illuminazione pubblica, c’è il versante del riscaldamento, con una parola d’ordine: ottimizzare, specie nelle scuole. Tema delicato sui cui l’amministrazione comunale anconetana è ancora in fase di analisi: «Stiamo decidendo su come regolarci in termini di orari e temperature per il riscaldamento in tutte le strutture che gestiamo», diceva ieri Valeria Mancinelli, che martedì, presentando l’anno scolastico, aveva assicurato che «le scuole saranno le ultime a subire razionamenti». «Non lasceremo gli studenti al freddo - assicura anche il sindaco di Senigallia -. Stiamo invece valutando la riduzione di un grado negli uffici comunali e negli altri edifici». A Fabriano, dove la gestione degli impianti termici degli immobili del Comune è affidata in project financing alla Cpm gestioni termiche, è già partita una interlocuzione con la società per individuare possibili azioni e compensare il rincaro delle tariffe. «Tra le ipotesi quella di una riduzione dell’orario di accensione degli impianti di riscaldamento - specifica la sindaca Daniela Ghergo - ma senza compromettere il comfort degli utenti, in particolare nelle scuole». Ci ci si ingegna per far quadrare i bilanci. «Ma chiediamo al governo centrale di non lasciarci soli - auspica la sindaca di Falconara, Stefania Signorini - altrimenti ci troveremo come sempre col cerino in mano ad affrontare le emergenze in trincea».
 

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