ANCONA Dall’effetto domino non si sfugge, per Simone Guazzarotti. Il presidente regionale Codacons fissa la soglia del pericolo: «Il caro energia si riverbera sulle produzioni e questo genera l’impennata inflazionistica su tutti i prodotti». Inevitabile la sentenza: «Per le famiglie la batosta è doppia. Così si assisterà all’impoverimento di fasce sociali sempre più ampie». Piazza i paletti, il rappresentante dei consumatori: «Non siamo di fronte a qualche bolletta impazzita, si tratta piuttosto di un’onda di lungo periodo. Se non verranno adottati subito interventi adeguati di contenimento a livello nazionale, e soprattutto europeo, ci attenderà un duro 2023». Non indora la pillola, è una missione impossibile: «Saranno crescite esponenziali. Il costo a metro cubo del gas sarà di 6-10 volte superiore». Ripete sconsolato: «È una situazione fuori controllo».
Le misure
Getta, in un mare infuriato che travolge, il salvagente: «Il decreto aiuti-bis prevede un bonus per il sostegno energetico. Sono previsti sconti in fattura per determinate categorie vulnerabili: over 75, disabili, persone che già vivono sulla loro pelle un disagio socio-economico. Uno strumento-tampone per calmierare le utenze di luce e gas». Allarga lo spettro d’azione: «Fino ad aprile del 2023 è stato stabilito il blocco dell’aumento unilaterale delle tariffe. Tradotto: non si potranno più variare i costi delle forniture dando un preavviso di due o tre mesi agli utenti, che un tempo avevano la possibilità di rescindere il contratto. Ora basta». Uno stop che equivale a un tirare il freno, in attesa di soluzioni concertate a livello comunitario. Un vicolo accidentato: «I gestori hanno già presentato ricorso a Bruxelles contro un meccanismo che reputano lesivo del mercato».
I movimenti
Guazzarotti tenta la rilettura storica: «C’è una forte speculazione ad Amsterdam. Putin non ha chiuso i rubinetti del gas, ma è la paura che ciò possa avvenire che genera la folle impennata dei prezzi. Un fenomeno che si innesta su un precedente movimento speculativo: le tariffe energetiche stavano crescendo già un anno prima della guerra Russa-Ucraina». Torna ai sacchi di sabbia, al filo spinato della difesa: «Noi come rappresentanti dei consumatori cercheremo di allargare la platea dei fragili da aiutare». S’impegna.
Ricalca un canovaccio tristemente noto, Roberta Mangoni. La voce e il volto di Adiconsum invita a non abbassare la guardia: «Gli incrementi continuano, e pensare che già si sborsano cifre esorbitanti: in un anno la bolletta della luce di una famiglia media di tre persone è aumentata di mille euro, quella del gas di duemila euro».
La richiesta
Raffigura il circolo vizioso: «È una catena: la popolazione sempre meno abbiente acquisterà poco, i consumi si contrarranno, le produzioni pure. Nel medio periodo molti piccoli esercenti e tante aziende saranno destinate a chiudere». Avanza una richiesta: «Interventi strutturali: quelli messi in campo finora sono mirati a ridurre l’impennata delle bollette, ma non mettono al riparo da future stangate». La supplica: il governo centrale e quello europeo concertino il tetto della tariffe. La soluzione. Perché «i cittadini devono tornare a pagare quello che realmente consumano».
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