Bimbi, c’è il robotino: operarsi è un gioco
la programmazione la fanno gli studenti

Bimbi, c’è il robotino: operarsi è un gioco la programmazione la fanno gli studenti
3 Minuti di Lettura
Sabato 8 Dicembre 2018, 05:50
ANCONA - Accompagnare i bambini verso la sala operatoria, ridurne l’ansia e la paura dell’intervento interagendo e parlando con loro, con tono scherzoso. E’ la mission di Estrabot, l’umanoide che è presente da qualche tempo al Salesi, per ora in Spirologia, e che è pronto ad entrare anche in Chirurgia, varcando quel luogo che neanche le mamme possono superare. 

 

Estrabot è ormai di casa all’ospedaletto. Amico dei bambini, ne condivide aspirazioni e pensieri, trascorre con loro del tempo a colloquiare, a ballare assieme. Ed ora potrà varcare, prendendoli per mano, la porta che conduce alla sala preoperatoria. Se ne è parlato ieri mattina, nella sala didattica di Villa Maria, con gli attori di un progetto che oramai sta facendo scuola in tutta Italia, compresi altri ospedali pediatrici italiani con cui il Salesi ha attivato collaborazioni. Ma il significato di Estrabot riguarda anche un altro aspetto: la formulazione dei suoi programmi e delle domande con cui parla con i piccoli ricoverati avviene grazie a due istituti scolastici, l’Itis Marconi-Pieralisi di Jesi ed il Faà di Bruno di Marotta, che hanno messo il progetto nel percorso didattico degli studenti, tramite l’alternanza scuola-lavoro. Questi ragazzi sono quelli che mettono in pratica il progetto, arricchendosi di una grande esperienza professionale e di vita. 

E proprio ieri mattina diversi ragazzi del Marconi-Pieralisi hanno potuto vedere da vicino il frutto del loro lavoro, entrando nella sala operatoria per vedere l’attività che hanno programmato per Estrabot. «Per loro - ha affermato il prof. Fattorini, che li segue nel progetto - si tratta non solo un’attività didattica ma una vera scuola di vita». Il progetto Estrabot è portato avanti dalla Fondazione Salesi. «Senza retorica - ha detto il direttore della Fondazione Carlo Rossi - possiamo dire che il nostro progetto fa scuola in tutta Italia». Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti, ha ricordato come «l’attività del simpatico robot abbia un vero e proprio valore terapeutico. Il suo intervento abbatte la soglia del dolore- ha ribadito - riduce l’ansia e la sofferenza dei bambini. La sua è una presenza amicale, fondamentale dal punto di vista psicologico. Come ospedale pediatrico sviluppiamo tutti i percorsi possibili per i piccoli ricoverati perchè occorre sempre ricordare che il bambino non è un piccolo adulto». 
Il progetto
Entusiasti del loro contributo gli stessi studenti. «Già pensare che aiutiamo i bambini ad affrontare più tranquilli un intervento e le cure è motivo di grande soddisfazione» hanno affermato gli studenti. Corrado Maggi, dirigente scolastico dell’Istituto jesino, ha ricordato come gli alunni hanno la possibilità di mettere in pratica quello che studiano. «Abbiamo fatto una selezione dei ragazzi, grazie ai professori Fattorini e Ganzetti, ed ora il gruppo è quello che programma le indicazioni dell’ospedale, arrivando fino al collaudo del prodotto sul campo. Il progetto Estrabot è prezioso perchè tramite esso la scuola si cala concretamente sul territorio».

Samuele Canonici è l’operatore della Fondazione Salesi che usa Estrabot in ospedale: «Il nostro umanoide - racconta - dà un supporto emotivo, psicologico che rilassa il bambino ricoverato. Gli spiega con parole da bambino quello che deve fare, lo accompagnerà dalla camera fino alla sala operatoria, tranquillizzandolo». Marco Gnocchini, presidente dello sponsor Estra Prometeo, ha ricordato la vocazione e la missione sociale dell’azienda sul territorio spiegando che è bello investire sulle eccellenze. Dell’intera equipe fa anche parte la psicologa Giulia Falego mentre la Rinoteca ha ideato una struttura mobile per portare Estrabot in giro tra i bambini, per interagire con loro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA