Una barista: «Vengono a rubarci le paste per farsi belli con le ragazze. Ragazzini passano da un chiosco all’altro, poi scappano»

Una barista: «Vengono a rubarci le paste per farsi belli con le ragazze. Ragazzini passano da un chiosco all’altro, poi scappano»
Una barista: ​«Vengono a rubarci le paste per farsi belli con le ragazze. Ragazzini passano da un chiosco all’altro, poi scappano»
di Teodora Stefanelli
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Giovedì 21 Aprile 2022, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 08:39

ANCONA - Fanno gli spavaldi davanti alla fidanzatina di turno e rubano la merenda invece di pagarla. È il quadro deprimente che emerge dai racconti degli operatori di piazza Cavour. L’ultimo episodio risale a sabato scorso. Lo racconta Angelica Zingaro, barista del Coffy Way. «Noi abbiamo una piccola vetrinetta - spiega- dove teniamo i salati e le brioche. Sabato sera, saranno state le 22, ero con una mia collega e stavamo buttando via l’immondizia. All’improvviso davanti al chiosco sono passate due persone, un ragazzo e una ragazza. Ci siamo accorte con la coda dell’occhio che lui, senza chiedere niente, ha aperto la teca e afferrato una pizzetta. Poi è scappato senza pagare. La mia collega incredula l’ha rincorso e ha bloccato la ragazza che era con lui. Avrà avuto al massimo 17 anni. Alla fine lei ha dovuto anche pagare. Le abbiamo consigliato di smettere di frequentarlo. Il ragazzino nel frattempo era scappato via e non l’abbiamo più visto in giro». 

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Il racconto 
La barista racconta che «i gruppetti di solito fanno il giro degli angoli di piazza Cavour e ogni volta, quando succede qualcosa, si trovano in un punto diverso». Specifica: «Noi lavoriamo e ci accorgiamo se ci sono situazioni particolari quando vediamo la Volante o quando i carabinieri li fermano e li identificano. Si spostano di tanto in tanto in angoli diversi della piazza ed è così che questi ragazzi passano i pomeriggi». La bagarre di martedì pomeriggio, per la barista, si è «esaurita in un quarto d’ora». Racconta: «Abbiamo visto le auto dei carabinieri e della polizia arrivare in piazza a tutta velocità. L’affollamento era sulla destra del bar, vicino a dove stanno facendo i lavori. Non avevo proprio capito cosa stava accadendo, è stata questione di un attimo». La tecnica del nomadismo delle bande permetterebbe così una più difficile individuazione dei soggetti che, a quanto pare, sarebbero sempre gli stessi. Quelli che da quest’estate creano il caos. Fino a pochi mesi fa stazionavano sotto i portici ma «qui la situazione è notevolmente migliorata, anche grazie al presidio della polizia» dice Linda Censi dell’ottica Aràbi. «Non mi chiudo dentro il negozio come prima, lo faccio solo se devo scendere in magazzino». In passato la commerciante ha avuto qualche difficoltà con i ragazzini terribili: «Uno di loro una volta è entrato, aveva bevuto era palese e voleva che gli stringessi a tutti i costi la vite di un orologio. Gli ho spiegato che io avevo un negozio di ottica e che non era la stessa cosa. Lui si è incavolato e mi ha mandato a quel paese. Per fortuna non è successo nulla, ma cosa poteva accadere se avesse avuto un’arma?». Sono domande lecite, soprattutto alla luce dei tanti episodi che hanno visto piazza Cavour teatro di scontri tra bande rivali. Tra loro italiani e stranieri, di cui molti minorenni. «L’altra sera quando c’è stata la rissa ho tenuto il locale chiuso - dice Stefano Paolinelli, il titolare della pizzeria centrale Da Sante - ma in generale posso dire che qui sotto i portici l’aria è cambiata. Ora si lavora con più tranquillità». 

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