Alberto e Stefania, travolti e uccisi in bici: nessun segno di frenata della Panda. Resta ancora da sapere la verità dei test su alcol e sostanze nel sangue della mamma alla guida

Per ora riscontri solo parziali sugli esami alcolemici e tossicologici della conducente. Da accertare la velocità a cui andava l'auto quando ha centrato i 2 fidanzati

Alberto e Stefania, travolti e uccisi in bici: nessun segno di frenata della Panda. Resta ancora da sapere la verità dei test su alcol e sostanze nel sangue della mamma alla guida
Alberto e Stefania, travolti e uccisi in bici: nessun segno di frenata della Panda. Resta ancora da sapere la verità dei test su alcol e sostanze nel sangue della mamma alla guida
di Stefano Rispoli e Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Sabato 18 Giugno 2022, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 16:42

MONTEMARCIANO - Nessun segno di frenata a terra, come se chi era al volante non avesse visto nulla o non si fosse accorto, nell’oscurità del lungomare, della presenza dei due ciclisti, almeno non con un tempo sufficiente per schivarli.

Poi la brusca sterzata sulla destra, lo scontro con la parte anteriore di un camper in sosta e l’impatto con un parchimetro, sradicato da terra. Quindi, la Fiat Panda si è ribaltata, terminando la sua corsa mortale a ruote all’insù. Se la dinamica dell’incidente è chiara, resta ancora il giallo degli accertamenti ematici a cui è stata sottoposta la cameriera 38enne che giovedì sera sul lungomare di Montemarciano, mentre viaggiava con la figlia di 7 anni, ha travolto e ucciso Alberto Catani e la fidanzata Stefania Viterbo, mentre tornavano in bici verso casa dopo un pomeriggio trascorso sulla spiaggia. 


Gli accertamenti 
Ora si attendono i riscontri definitivi sugli accertamenti alcolemici e tossicologici sulla donna che li ha investiti, indagata per duplice omicidio stradale. Finora, i carabinieri della Compagnia di Senigallia hanno ottenuto solo risultati parziali e mantengono il più stretto riserbo. Ci sono riscontri parziali anche sulla velocità della Fiat Panda che ha investito il 42enne ex calciatore e agente di commercio e la fidanzata 39enne, che si era trasferita da Bari a Marina di Montemarciano per amore. Dai primi accertamenti, sembrerebbero non esserci frenate sull’asfalto, nel tratto precedente all’impatto tra l’utilitaria e le due biciclette che sono state scaraventate a una ventina di metri di distanza dopo il violento urto. Per ora, il pm Andrea Laurino non ha disposto accertamenti tecnici irripetibili. La dinamica, infatti, sembra chiara, tanto che non sono state eseguite le autopsie sui corpi delle vittime, restituite ai familiari per l’organizzazione dei funerali. I mezzi coinvolti nel sinistro sono stati comunque posti sotto sequestro. I parenti di Alberto Catani si sono rivolti agli avvocati Matteo Catalani e Simona Cognini. La famiglia di Stefania Viterbo, invece, è assistita dallo Studio 3A. La donna che guidava la Panda, invece, è difesa dall’avvocato Alberto Monaci che ieri, raggiunto al telefono, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla ricostruzione dell’incidente e alla versione fornita dalla sua assistita, rimasta praticamente illesa nell’incidente: insieme alla figlia di 7 anni - ferita lievemente - era andata a cena in un ristorante del lungomare quando, sulla strada verso casa, ha travolto i due fidanzati in bicicletta per poi capottare. 

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