Ancona, «Sesso con me o divulgo i tuoi video hot»: due fratelli a giudizio immediato per revenge porn

«Sesso con me o divulgo i tuoi video hot»: due fratelli a giudizio immediato per revenge porn
«Sesso con me o divulgo i tuoi video hot»: due fratelli a giudizio immediato per revenge porn
di Federica Serfilippi
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Giovedì 3 Novembre 2022, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 15:03

ANCONA - Direttamente a processo senza passare dall’udienza preliminare. È iniziato ieri pomeriggio, dopo la richiesta della procura di procedere con il giudizio immediato, il dibattimento per i due fratelli bengalesi (uno ha 20 anni e l’altro 25) arrestati dai carabinieri della Stazione Principale lo scorso maggio con una sequela di accuse. Comune a entrambi è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Ovvero: revenge porn.

Il più piccolo, attualmente in carcere, deve rispondere anche di violenza sessuale, detenzione di materiale pedopornografico e lesioni personali. 

Le vittime

Ieri c’è stata la costituzione di parte civile di due persone offese: la ragazza bengalese che dopo due anni di inferno si era rivolta ai carabinieri, sostenendo di essere stata vittima del ricatto sessuale e degli abusi intimi.

E il suo compagno dell’epoca, che compariva nel video intimo che avrebbe dato avvio, stando all’accusa, all’estorsione a luci rosse. Lei è assistita dall’avvocato Stefano Brugiapaglia, lui dal collega Michele Zuccaro. Ieri l’udienza si è svolta a porte chiuse per la delicatezza delle questioni trattate. Stando a quanto emerso all’epoca degli arresti, sarebbe tutto iniziato nell’estate del 2020: la vittima, connazionale dei due imputati, aveva portato a riparare il suo cellulare nel negozio del Piano gestito dal 20enne. 

Il file

In quel contesto, lui sarebbe venuto in possesso del video intimo contenuto nella memoria dello smartphone che ritraeva la vittima insieme al suo compagno. Da lì, sarebbe partito il ricatto: «Fai sesso con me o divulgo il video». Sono contestati abusi sessuali, ma non un rapporto completo. Nel febbraio del 2022, il file sarebbe stato comunque divulgato dai due imputati, arrivando fino ai genitori della vittima. Quest’ultima, in un’occasione, sarebbe stata anche malmenata dal 20enne, a cui viene anche contestata una tentata violenza sessuale nei confronti di un’altra ragazza che all’epoca dei fatti era minore. L’accusa di detenzione di materiale pedopornografico è scattata perché nel cellulare dell’imputato più giovane c’erano centinaia di file illeciti. Gli imputati sono difesi dal legale Iacopo Casini Ropa.

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