Anconitana al Dorico, tempi biblici
Marconi ha fretta, progetto al palo

Anconitana al Dorico, tempi biblici Marconi ha fretta, progetto al palo
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 09:46
ANCONA - Su Facebook è nato un gruppo, “Quelli che rivogliono il Dorico”, che ha già raccolto oltre 500 adesioni. La campagna ora può contare sulla forza di Stefano Marconi, il presidente della rinata Anconitana, entrato in pressing sul Comune per realizzare un sogno: riportare la squadra nell’ex tempio del calcio biancorosso. Visti i precedenti, sarebbe già un successo se diventasse il quartier generale per gli allenamenti di prima squadra e settore giovanile. Ma Marconi va oltre e immagina di rivedere un giorno il Dorico esultare per un gol della sua Anconitana. Qualcuno gli dà del visionario, ma il patron della Rays ci sta serio e spinge per un incontro con il sindaco. Ma da anni la situazione è in stallo totale e si profilano tempi biblici per il recupero del Dorico. 

Il Comune  ha atteso per mesi il via libera della Regione e ora la palla è passata alla Soprintendenza, chiamata a esprimersi sull’esistenza di un vincolo culturale sull’impianto inaugurato nel 1931. Fondamentale che il parere arrivi in tempi brevi perché solo allora i tecnici del Comune potrebbero mettersi a lavorare a un progetto vero. Che oggi è fermo al palo. Quello del 2013 è in un cassetto: prevedeva un bando da 1,8 milioni per il restyling della tribuna, il rifacimento del campo in sintetico e l’ampliamento dell’area del tennis. Un anno fa l’assessore Guidotti e l’ingegner Moretti hanno ripreso in mano il rendering, pensando a uno spacchettamento tra zona tennis (200 mila euro per 4 campi più uno centrale con tribunetta) e quella del calcio (ristrutturazione di campo e tribuna). Fuori budget, avevano ipotizzato parcheggi al posto della gradinata e un’area verde attrezzata in curva, interventi che però farebbero lievitare i costi. Se tutto va bene, il bando per il Dorico uscirà nel 2018. La burocrazia rischia di intralciare le idee di Marconi che, di fronte a un progetto co-finanziato dal Comune, sarebbe disposto ad occuparsi della riqualificazione del campo e della tribuna dove allestire anche un ristorante e la nuova sede dell’Anconitana. Tribuna che oggi è omologata per 99 persone perché mancano le certificazioni.

Questo è un altro ostacolo: per estendere la capienza e ottenere l’agibilità per il pubblico spettacolo occorrono investimenti importanti anche in termini di collaudi e sicurezza. Lo scoglio più duro sembra politico. Il nemico del Dorico si chiama Del Conero: privilegiare il primo significa trasformare il secondo in una cattedrale nel deserto. Un rischio che il Comune non può permettersi, al di là dei problemi di ordine pubblico legati a parcheggi e sicurezza al Viale. Che esisteranno, per carità. Ma allora perché la Spal gioca in A in uno stadio del 1928 in pieno centro?
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