Ancona, pugno di ferro per i writer-vandali: «Chi imbratta, paga»

Nuovo Ddl contro gli usurpatori di beni pubblici, multe fino a 60mila euro Mancinelli: «Serve la cultura del rispetto». Foresi: «Un valido deterrente»

Ancona, pugno di ferro per i writer-vandali: «Chi imbratta, paga»
Ancona, pugno di ferro per i writer-vandali: «Chi imbratta, paga»
di Federica Serfilippi
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Domenica 16 Aprile 2023, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 11:55

ANCONA - Punizioni più severe per chi imbratta o deturpa beni culturali. Si rischiano multe fino a 60mila euro. Sono gli estremi del nuovo disegno di legge varato dal Governo centrale nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri per cercare di mettere un freno ai writer vandali e tutelare i beni pubblici. Il pacchetto di sanzioni amministrative va a integrare la fattispecie penale che rientra nel reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (multe fino a 3mila euro e un massimo di sei mesi di reclusione). E ora, tremano anche i writer nostrani che con continuità deturpano la città, con sgorbi e obbrobri vari. 


Incuria senza fine


Scritte horror si possono vedere un po’ ovunque, dal centro alla periferia.

Il caso più eclatante è quello del Passetto e del suo Monumento, purtroppo obiettivi costanti di chi utilizza la bomboletta spray senza alcuna autorizzazione. E che dire dei portici di piazza Cavour, dove appena si cerca di pulire irrompe il vandalismo. I writer non hanno risparmiato neanche le mura storiche dello Scalone Nappi del Guasco e persino il perimetro del Tribunale dei Minorenni, dove compare anche una scritta non proprio educata che fa riferimento al caso di Banca Marche. Tempo erano stati colpiti pure i muri esterni della Corte d’Appello e della Procura generale, così come il Duomo di San Ciriaco. «Il disegno di legge ovviamente da solo non basta a risolvere il problema ma sicuramente è un strumento in più, dunque meglio di niente è» dice il sindaco Valeria Mancinelli. E ancora: «Poi rimane il grande, grandissimo tema di come far crescere la cultura del rispetto per i beni di tutti e per la nostra casa comune». Quel rispetto che non è, purtroppo, un tema condiviso da tutti. 


Il testo


Nello specifico, il testo introduce, per chi distrugge, disperde, deteriorai beni culturali o paesaggistici propri o altrui una sanzione amministrativa compresa tra 20mila e 60mila euro. Per chi deturpa, imbratta o destina i beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico, la sanzione è tra i 10mila e i 40mila euro. I proventi saranno devoluti al Ministero della Cultura, affinché siano impiegati prioritariamente al ripristino dei beni danneggiati. 


«Il disegno di legge rappresenta un deterrente importante perché il bene pubblico, in particolare quello tutelato dalla Soprintendenza, va protetto il più possibile» afferma l’assessore alla Sicurezza Stefano Foresi. «Tra telecamere installate in città e punizioni severe spero proprio che ad alcuni possa passare la voglia di scarabocchiare i beni che appartengono alla comunità».

E se il deterrente non dovesse funzionare, scattano multe salatissime, ben più alte rispetto a quelle attualmente in vigore. «Ben vengano le sanzioni: chi sbaglia deve pagare». Del resto, il Comune ha già recapitato il conto ai vandali. Non erano writer, ma distruttori. È il caso dei danni arrecati lo scorso anno all’ascensore del ponte di Collemarino e a quello di Palazzo degli Anziani, che collega piazza Dante con piazza del Senato. Essendo stati individuati dei minorenni, il conto è stato mandato ai genitori. 

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