ANCONA - Nel corso di un’estate avrebbe molestato più volte la nipotina che, all’epoca, aveva solo 9 anni. La piccola, per lungo tempo, è rimasta in silenzio, cercando probabilmente di scacciare via i ricordi. Poi, la decisione di confidarsi con i genitori e la volontà di denunciare lo zio per quanto accaduto. Al termine del processo e a 11 anni di distanza dai fatti contestati dalla procura, è arrivata la condanna.
La pena
L’uomo, 50enne anconetano, dovrà scontare 7 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata.
Il racconto
Nel 2019 si è svolto l’incidente probatorio davanti al gip Sonia Piermartini, dove la vittima ha raccontato in forma protetta di quegli incontri notturni avuti con lo zio, mentre si trovava nel lettino della cameretta della casa familiare. Stando al quadro probatorio, tra le lenzuola l’imputato avrebbe allungato le mani sulla piccina, dando seguito ai quei desideri tanto nascosti quanto proibiti: ci sarebbero state toccatine alle parti intime ma anche veri e propri atti sessuali mentre la piccola vittima era in uno stato di dormiveglia. Le violenze, secondo l’accusa, sarebbero state perpetrate più volte, anche nella casa per le vacanze dell’imputato, poco fuori Ancona. Per anni, la piccola non ha parlato, forse cercando di dimenticare quanto accaduto nel corso dell’estate trascorsa con lo zio. Poi, con lo sbocciare dell’adolescenza, ha raccontato degli abusi contestati alla madre, dando inizio all’inchiesta della procura.
Non avrebbe parlato prima per vergogna: il disagio e l’imbarazzo provati per quanto avvenuto l’avrebbero spinta, almeno in un primo momento, a non riferire degli episodi accaduti in casa. L’imputato ha sempre rigettato ogni accusa, smentendo le parole della nipote, ormai 20enne. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 9 anni di reclusione.