Ancona, ventenne sotto choc in strada:
«Aiuto, mi hanno violentata. Arrestateli»

Ancona, ventenne sotto choc in strada: «Aiuto, mi hanno violentata. Arrestateli»
di Stefano Rispoli
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Venerdì 9 Novembre 2018, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 18:27
ANCONA - «Aiuto, mi hanno violentata!». È scesa in strada in lacrime, urlando a squarcia gola. Aveva la paura dipinta negli occhi. Era sconvolta, disperata. Singhiozzava e pregava perché qualcuno la soccorresse e fermasse gli energumeni che avrebbero abusato di lei. Un vicino l’ha vista e ha chiamato il 113. Polizia e ambulanze sono arrivate a sirene spiegate, ma dei presunti aggressori non c’è traccia.
Riportarla alla calma è stato difficilissimo. Alla fine, il medico l’ha fatta salire in ambulanza, dove è stata tranquillizzata, prima del trasferimento al pronto soccorso di Torrette. Qui si è sottoposta al “codice rosa”, il percorso dedicato alle vittime di violenza, con una squadra di specialisti socio-sanitari che si sono presi cura di lei. L’hanno fatta parlare, l’hanno medicata, le hanno fornito tutta l’assistenza psicologica del caso e hanno preso nota del suo lungo sfogo. Ma sono ancora molto nebulosi i contorni di una storia oscura su cui ora indaga la polizia. È intervenuta una pattuglia della Squadra Volanti per soccorrere la ragazza, una ventenne anconetana che risiede nei quartieri nuovi del capoluogo. L’hanno trovata sotto casa, in stato di choc. Erano passate da poco le 14.
  
«Mi hanno violentata, dovete arrestarli», continuava a ripetere in lacrime ai poliziotti e al personale del 118, sopraggiunto con l’automedica e un’ambulanza della Croce Rossa. Tuttavia, non è stata in grado di dire chi avrebbe abusato di lei né è chiaro dove si sarebbe consumata l’aggressione: a quanto pare all’interno dell’abitazione della giovane, che comunque ha fatto riferimento a più di una persona. Ma il suo racconto è confuso e frammentario. La presunta vittima non era lucida quando si è confidata con i poliziotti e i medici. Oltretutto, fonti investigative parlano di una ragazza problematica, dal passato difficile: quella di una violenza sessuale resta un’ipotesi ancora tutta da verificare e infatti sono in corso accertamenti per capire fino a che punto il racconto sia attendibile.
Proprio per questo la ventenne è stata affidata a un’équipe di medici, infermieri e psicologi in grado di prestarle immediato sostegno, nella più ampia tutela della privacy e dei “tempi dei silenzi” della vittima e nel rispetto della sua scelta sul tipo di percorso da seguire dopo le prime cure. In questi casi, infatti, la difficoltà con cui si scontrano gli inquirenti è la reticenza dovuta alla paura di ritorsioni. E proprio questa sembrava la preoccupazione principale della ragazza soccorsa ieri pomeriggio.
Ora si attende il referto medico, punto di partenza per un’eventuale indagine da parte della polizia. Da un primo riscontro sarebbero emersi segni compatibili con un’aggressione: lividi, graffi e contusioni presenti sulle braccia e sul torace. Ma per capire se davvero si è trattato di una violenza sessuale, saranno necessari esami più approfonditi.
 
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