ANCONA - «Vede quel muretto? È da lì che hanno lanciato una lattina di coca cola in testa a una signora che era in fila per entrare in banca, dietro di me, solo perché li aveva rimproverati mentre bevevano e fumavano sul tetto». Il bello è che non hanno il minimo senso del pudore, questi ragazzini-vandali. Sono sfrontati, sbruffoni. «Non hanno paura di niente e se gli chiedi: perché lo fate? Loro ti rispondono: mica siamo stati noi». Scene di ordinaria maleducazione a Torrette. Siamo nel palazzo viola, il centro commerciale di via Conca diventato il covo dei bulli del quartiere.
Le bravate
Alessandra Bigoni è la titolare dell’asilo “Il mondo dei piccoli”, un’oasi di tenerezza che si affaccia sugli orrori di un palazzone scrostato, simbolo della periferia dimenticata.
La violenza
A gennaio un altro pestaggio choc aveva fatto rabbrividire l’intero quartiere: un giovane dipendente del Mc Donald’s era stato preso a cazzotti fuori dal fast food da un gruppo di adolescenti di colore solo perché aveva negato loro una sigaretta. «Sono due o tre bande diverse, alcune formate da ragazzini di 12-13 anni - continua Fabrizio -. Magari basta una birra per farli andar via di testa. Qui ne abbiamo viste di tutti i colori: hanno trasformato questo centro commerciale in un Bronx. Sarebbe ora che qualcuno venisse a controllare e a toccare con mano la nostra realtà». Una realtà a tinte fosche, come le scritte che ricoprono ogni centimetro di muro del palazzo emblema del degrado di Torrette, dove neppure la piazzetta ai suoi piedi, sporca e deserta, ha un senso. È come se qui il Comune avesse alzato le mani in segno di resa. «Questo centro commerciale è stato concepito male sin dall’inizio - riflette Leopoldo Guidi, referente del sindacato Fials che qui ha un suo ufficio territoriale -: è tutto fatto di cunicoli in cui i giovani possono rintanarsi per bere e drogarsi. Non c’è una parete che non sia stata imbrattata, ma la colpa è anche del sistema che permette a questi ragazzini di restare impuniti. L’unico modo per fermarli sono le telecamere: se fossero costretti a pagare i danni o ritinteggiare i muri, allora sì che si fermerebbero».