Vandali, homeless e 3 aste deserte. Ex Lancisi, ad Ancona una vergogna lunga 20 anni

Vandali, homeless e 3 aste deserte. Ex Lancisi, ad Ancona una vergogna lunga 20 anni
Vandali, homeless e 3 aste deserte. Ex Lancisi, ad Ancona una vergogna lunga 20 anni
4 Minuti di Lettura
Martedì 18 Aprile 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 07:52

ANCONA Si ripassa dal via. Come in un gioco dell’oca infinito, senza traguardo. La storia che si ripete, sempre la stessa: una storia di abbandono, di degrado, quella di un buco nero - uno dei tanti - nel cuore della città. Servirà una quarta asta per tracciare il futuro dell’ex Lancisi, dato che le prime tre sono andate deserte. Ma prima di esperire il nuovo tentativo, si attende la relazione dell’Agenzia delle Entrate, incaricata dall’Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, proprietaria dell’immobile-scempio di via Baccarani, di stilare una nuova perizia, più in linea con le attuali quotazioni di mercato. 


Il passato glorioso 

Ma intanto gli anni passano e il vecchio Cardiologico resta lì, come un relitto immortalato in un’istantanea ingiallita.

Il tempo sembra essersi fermato al 2003 quando si completò il trasferimento nella cittadella sanitaria di Torrette del polo specialistico costruito nel 1965 nel quartiere di Borgo Rodi e intitolato al grande anatomista Giovanni Maria Lancisi. Fu il primo ospedale cardiologico d’Italia, dotato di tutti i servizi necessari per l’alta specializzazione nel settore, come l’emodinamica, la cardioradiologia, la cardiochirurgia e il pronto soccorso cardiologico. Grazie al contributo di luminari e professionisti nel campo della medicina, il Lancisi raggiunse un assetto organizzativo così avanzato da assumere il ruolo di Centro cardiologico e cardiochirurgico di terzo livello, con un bacino d’utenza di oltre 7 milioni di abitanti. Un vero fiore all’occhiello non solo per Ancona, ma per tutte le Marche. 

L’atto spartiacque

Il suggello della crescita fu il riconoscimento di ospedale di alta specializzazione con atto ministeriale del 1994. Un decreto spartiacque perché comportò l’inclusione del Lancisi nella legge regionale di riordino sanitario del 1996 e, di conseguenza, il suo trasferimento nel blocco di Torrette come presidio monospecialistico di alta specializzazione all’interno dell’allora Azienda Ospedali Riuniti. Il pensionamento del vecchio cardiologico di via Baccarani, nel 2003, non è coinciso con la riprogrammazione strategica di un immobile rimasto imprigionato al suo glorioso passato, sfregiato dal tempo, dall’incuria, dall’assalto di ladri, vandali e sbandati. Vent’anni d’abbandono per questo scatolone vuoto da 6.500 mq che fa gola solo agli homeless, tornati da queste parti per ritagliarsi un angolo nascosto in cui bivaccare: un gruppo di migranti stranieri ha sfondato, parte delle reti di protezione e ha violato l’ex ospedale, sotto gli occhi dei residenti che hanno chiamato la polizia. Non è stata la prima e non sarà l’ultima incursione: i residenti spesso notano strane luci provenire dalla pancia di questo edificio che ben figurerebbe nel set di un film horror per le sue serrande divelte, i vetri rotti, i pezzi di lamiera contorti, i muri scrostati, la ruggine ovunque, escrementi di volatili e carcasse di animali. 

La variante

In 2 decenni non è stato fatto nulla per cambiare il destino dell’ospedale-fantasma. O, comunque, non abbastanza. Il Comune un tentativo l’ha fatto nel maggio 2015 quando approvò una variante urbanistica per ampliare il ventaglio di possibilità sulle destinazioni d’uso, non più solo socio-sanitaria: residenze, uffici, scuole, negozi di vicinato (con superficie di vendita fino a 250 mq), studi privati, sedi istituzionali e amministrative, perfino un parcheggio attrezzato. Ma da allora ogni riflessione è rimasta sulla carta, mentre da un lato 1.500 cittadini con una petizione avevano chiesto la riconversione dell’ex Lancisi in una residenza sanitaria assistita e, dall’altro, i vertici di Torrette nel 2022 hanno provato a vendere per ben tre volte l’immobile all’asta, riducendo il prezzo richiesto da 2,7 a 2.430.000 euro. Nessuno s’è mai fatto avanti, anche per i costi elevati che comporterà la necessaria demolizione e ricostruzione. E la vergogna continua.

© RIPRODUZIONE RISERVATA