ANCONA - Restano impuniti, almeno per ora, i vandali dell’ex sede della Telecom. Per due motivi. Primo: alcuni di loro sono talmente piccoli da non essere imputabili. Secondo: gli inquirenti non sono ancora riusciti a capire chi siano i proprietari dello stabile di via Miglioli, preso di mira da orde di teppisti sin da quando è stato chiuso, nel 2017, dopo lo spostamento di oltre 500 dipendenti della Tim negli uffici del centro. È sorprendente che da allora nessuno si sia accorto dell’inferno in cui è piombato questo palazzone abbandonato, nel cuore del quartiere di Brecce Bianche.
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Le ricerche
Ma ancor più sorprendente è che a distanza di tre giorni dall’assalto di Pasquetta, nessuno sia riuscito a prendere contatti con la proprietà dell’immobile.
Gli assalti
Proprietà che sarebbe riconducibile ad una finanziaria, ma gli investigatori non sono ancora riusciti a fare chiarezza in proposito né hanno ricevuto risposta alle mail inviate. L’urgenza, più che altro, è giustificata dall’esigenza di mettere in sicurezza lo stabile di via Miglioli, dove entrare è davvero un gioco da ragazzi: alcune porte sono state divelte, le vetrate sono state abbattute a calci e a sprangate, come ha testimoniato il Corriere Adriatico in un reportage dal palazzo dell’orrore. Il passaggio più comodo è dal lato del campo da calcetto. L’ex Telecom è diventato negli anni il covo di gruppi di vandali che hanno devastato tutto, lampade, pareti, bagni, a calci o a colpi di estintore. Lo scenario più impressionante è nell’aula conferenze, trasformata in un luogo di bivacco, tra muri imbrattati, vetrate sfondate, poltroncine bruciacchiate con le sigarette e avanzi di cibo e bevande.
Il Comune
In tutto questo il Comune che fa? «Noi non c’entriamo nulla, si tratta di una proprietà privata - spiega l’assessore Stefano Foresi -. Tuttavia, ho incaricato la polizia locale di fare un’indagine per risalire ai proprietari: li diffideremo affinché tutta l’area venga messa in sicurezza. Non è possibile che ragazzini di 13 anni abbiano libero accesso in un luogo simile, è troppo pericoloso. Faremo un’ordinanza coattiva per imporre al proprietario di prendere provvedimenti. Se non lo farà, ci penseremo noi».