Mancinelli, linea dura: «A Portonovo numero chiuso per tutti. Niente operazione d’élite»

Mancinelli, linea dura: «A Portonovo numero chiuso per tutti. Niente operazione d’élite»
Mancinelli, linea dura: «A Portonovo numero chiuso per tutti. Niente operazione d’élite»
di Maria Cristina Benedetti
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Martedì 7 Giugno 2022, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 03:05

ANCONA -  Il fascino d’un tuffo a Portonovo, con il verde intenso del Conero che riempie lo sguardo, annega nei grandi numeri. Quell’angolo di cielo, a due passi dalla città, inizia a patire dell’effetto overbooking. Nei giorni di festa, letteralmente, scoppia. Ma la misura da prendere, per rendere più sostenibile quel viavai sregolato, rischia di generare l’effetto-nicchia. Valeria Mancinelli non si sposta dal concetto dell’ombrellone democratico: «Esiste un problema da bilanciare: tutelare la baia, un patrimonio bellissimo, ma al tempo stesso preservare la massima disponibilità per gli anconetani. È il rifugio di bellezza di tutti noi, un pezzo dell’orgoglio cittadino». 

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Abbasso le differenze.

La costruzione del teorema della salvaguardia passa così attraverso il corollario che segue: come evitare che il numero chiuso, che la Mancinelli non disdegna affatto, si trasformi in un’opzione poco popolare? Il sindaco dorico non scalfisce le sue convinzioni: «Non può essere una operazione d’elite. Non si riducono le presenze per renderla più fruibile a chi ha maggiori disponibilità. A questo no, non cedo». Granitica. «La app sul cellulare, introdotta durante la pandemia, per prenotare sosta e posto in riva la mare? È uno strumento, bisogna vedere quali regole la guidano. Se sono quelle di ridurre il numero solo sulle spiagge libere è una limitazione quasi di classe».

Proprio non ci sta, il sindaco. Per decongestionare quel paradiso-dietro-l’angolo, alla formula classica - più posteggi a monte, maggiori bus per la piazzetta, meno posti auto nella baia, sentiero pedonale in sicurezza dalla Provinciale alla spiaggia - la Mancinelli aggiunge un altro elemento, alternativo. «Pensiamo alla ciclabile da Pietralacroce fino al parcheggio a monte. Un sentiero bello, immerso nel verde ed efficace che può indurre molti ad arrivare a Portonovo in modo diverso». Dilata l’elenco dei buoni propositi. «Soprattutto vanno potenziati i servizi pubblici. Una scelta costosa ma su cui abbiamo investito tanto quest’anno, anche con le navette serali». Va come una vela: «Sull’accessibilità alla baia vorrei costruire il prossimo Iti, gli investimenti territoriali integrati dei fondi europei, quelli per intenderci con i quali abbiamo ottenuto le risorse per il waterfront». Rilancia e sul punto insiste: «Il nostro nuovo waterfront dovrà essere Portonovo, in accordo col Parco e con i Comuni che ne fanno parte». 


Sempre più sotto pressione, con il peso dell’erosione che incombe, della falesia che si sgretola e dell’assedio sempre maggiore di bagnanti. Il bollino rosso non risparmia neppure la spiaggia. La contromossa? «Il ripascimento vero e proprio, dopo le autorizzazioni che abbiamo ottenuto ad aprile, avverrà nel 2023. Quest’anno – è il suo cronoprogramma - verrà garantita la sistemazione ordinaria dell’arenile». Al motto di no al turismo di massa, anche gli operatori chiedono una gestione più avveduta delle presenze. Un procedere a voce unica.

«Tutti i passi - rimarca - sono stati concordati con loro». E a chi le contesta che così non si costruisce una destinazione e chiede un tavolo di lavoro per decidere il futuro di Portonovo, la Mancinelli ribatte d’un fiato: «È sempre aperto il confronto, con tutti. Sicuramente con chi sulla baia investe». A patto che a Portonovo il tuffo resti democratico. Tutti o nessuno. 

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