Medici di base, via ai vaccini ed è subito boom: fiale finite in poche ore. «Aspettiamo nuove scorte»

I medici di famiglia hanno avviato le vaccinazioni negli ambulatori e a domicilio
I medici di famiglia hanno avviato le vaccinazioni negli ambulatori e a domicilio
di Stefano Rispoli
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Martedì 23 Marzo 2021, 03:15

ANCONA - Via alle vaccinazioni ad opera dei medici di famiglia ed è subito soldout. Sono andate a ruba le scorte messe a disposizione dei 295 professionisti di Medicina generale della provincia, parte dei quali ieri mattina ha potuto effettuare le prime iniezioni ai propri pazienti over 80, anche a domicilio per quelli con problemi di mobilità.

«Siamo partiti a razzo, ma adesso abbiamo bisogno di nuove scorte» dice Massimo Magi, segretario regionale del sindacato Fimmg.

Sì perché per il giorno del debutto i medici di base potevano disporre di un flacone a testa di AstraZeneca, corrispondente a 12 dosi. In poche ore sono tutte finite. «Siamo sommersi di richieste - continua Magi -, ma già nelle prossime ore dovrebbe arrivare un contingente di 50mila vaccini, a livello regionale, per lo più di Moderna, ma anche Pfizer. Grosso modo riusciremo a vaccinare seimila persone a settimana nella nostra provincia, se i rifornimenti saranno costanti. Per ora stiamo eseguendo le iniezioni solo sugli over80 senza estrema vulnerabilità e senza disabilità gravi permanenti, sui docenti, sulle forze dell’ordine e sul personale sanitario non ancora immunizzato. A brevissimo partiremo con gli utenti tra i 70 e i 79 anni, non appena avremo disponibilità delle fiale di Pfizer e Moderna». 


La domanda è elevatissima e le liste d’attesa sono già lunghe. «Per prenotare esistono tre metodi - spiega Magi -. La classica telefonata al proprio medico di famiglia oppure una piattaforma web messa a disposizione dalla Fimmg con Nusa Servizi (sm3puntozero.com) attraverso cui fissare un appuntamento via telefono o online». Gli ambulatori si sono organizzati, allestendo sale d’attesa post-iniezione. «Il problema è che i vaccini Pfizer e Moderna richiedono tempi di conservazione più bassi, dalle 2 alle 4 ore rispetto alle 6 di AstraZeneca, per cui dovremo essere bravi ad organizzarci», evidenzia il segretario Fimmg. 


Se i medici di famiglia da ieri hanno cominciato concretamente a fornire il proprio contributo alla profilassi, per i farmacisti si prevedono tempi più lunghi. «Siamo ancora in attesa che venga definito un protocollo di vaccinazione per la nostra categoria e che poi venga recepito dalla Regione - spiega Luigi Galatello, segretario di FederFarma Ancona -. Ci sono aspetti legali e di sicurezza da chiarire, come la gestione del paziente nei 15 minuti successivi alla somministrazione del vaccino: un farmacista non può occuparsi del pronto intervento in caso di necessità, per questo si ipotizza un numero verde sempre attivo o personale per la gestione di eventuali emergenze. In altri Paesi, come Francia e Inghilterra, il vaccino nelle farmacie è già realtà: basterebbe prendere esempio e accelerare le tappe, ma prima di tutto c’è bisogno di uno strumento legislativo. Per questo temo che prima dell’estate noi farmacisti non potremo entrare a far parte della campagna di profilassi». Stesso discorso per le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. «Finora non siamo mai stati interpellati, ma vedo difficile un nostro coinvolgimento, dato che la gestione clinica è complessa», spiega la dottoressa Paola Lodolini. 


Intanto, ieri sono riprese le vaccinazioni delle forze dell’ordine che erano state interrotte dopo il caso AstraZeneca. Entro la settimana verrà completata la profilassi dei vigili urbani del Comando provinciale. Non mancano defezioni, anche se nell’ordine di poche unità. 

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