L'ultimo saluto a Balloni: «Papà ora è in cielo con il suo capitano e spiegherà a Picchi cos’è l’economia»

La salma di Valeriano Balloni all’uscita dalla chiesa di Santa Maria dei Servi
La salma di Valeriano Balloni all’uscita dalla chiesa di Santa Maria dei Servi
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Venerdì 3 Gennaio 2020, 06:40

ANCONA - Tanta gente, nella chiesa di Santa Maria dei Servi di via Isonzo, per l’ultimo saluto al professor Valeriano Balloni, che ci ha lasciato il 31 dicembre all’età di 85 anni. Amici e colleghi cattedratici (tra cui Niccoli, Alessandrini, Pettenati, Ercolani...), ex compagni biancorossi dell’Ancona Calcio (tra gli altri, Paolo Giampaoli, Roberto Cannarozzo, Roberto Faccani, Sauro Bonetti...), vecchi tifosi che lo avevano applaudito quando giocava nello stadio Dorico, e tanti imprenditori che ne avevano apprezzato la professionalità, si sono stretti attorno alla famiglia di Valeriano, o Giorgio, come amava farsi chiamare.

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C’era anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, nella veste di collega studioso di economia politica, seduto accanto all’ex governatore delle Marche Gianmario Spacca, vicepresidente della Fondazione Merloni, a testimonianza dello spessore scientifico di Balloni. Giorgio è stato uno degli accademici più rappresentativi che la città di Ancona ha prodotto, apprezzato docente alla Politecnica delle Marche e all’Istao. A brillare, in negativo, in questo variegato e commosso parterre che gli ha voluto tributare un commosso saluto, l’assenza di rappresentanti dell’Ancona Calcio e del Comune di Ancona, a cui Valeriano Balloni ha dato tanto. Neanche una maglietta, un gagliardetto, accanto al labaro della Politecnica, di quell’Anconitana cui, negli anni ‘60, ha dato lustro da giocatore (quattro stagioni in biancorosso, da mediano arcigno e dinamico, con 73 presenze e 3 reti all’attivo). E che ha sempre seguito da tifoso fino a poco tempo fa, al Dorico e poi al Del Conero. Una mancanza che non è sfuggita ai presenti ieri alle esequie. La società biancorossa, che sul sito ufficiale aveva espresso le sue condoglianze alla famiglia, ha comunque comunicato di aver fatto richiesta al Comitato regionale della Figc di poter osservare un minuto di silenzio in memoria di Balloni prima della partita in programma domenica allo stadio Del Conero contro l’Urbania.


Una nuova stella è salita in cielo - ha detto nella sua omelia il parroco don Bartolomeo Perrone. - Valeriano, da tutti chiamato Giorgio, è stato un grande. Capace di eccellere in diversi ambiti. E, soprattutto, di trasmettere ai giovani le sue conoscenze di economista, con i quali è sempre stato prodigo di consigli. Un esempio di come lo sport e la cultura possano integrarsi nella vita delle persone». «Moltissimi, i messaggi che mi sono arrivati dal giorno della sua scomparsa - ha ricordato commosso il figlio Andrea. - Mi hanno confermato quanto mio padre fosse amato e benvoluto da tutti. Tra le parole più ricorrenti per ricordarlo, mi ha colpito la definizione “un mito”: rivelatore del fatto che ha lasciato un segno, con l’esempio e con l’insegnamento». Poi, Andrea ha provato a raccontare a quale dei ruoli l’adorato papà fosse più legato, se il gioco del calcio o l’economia politica. «Un paio di giorni prima di andarsene, in ospedale, ha avuto dei crampi alle gambe, proprio come un calciatore.

Ma poi, nella notte, ha cominciato a parlare di economia, innovazione, di cose da fare. Ecco - ha concluso - penso che ora in cielo avrà ritrovato il grande amico e suo capitano (poi grandissimo nell’Inter e nella nazionale azzurra) Armando Picchi, e il Professore, Giorgio Fuà. Di cosa parleranno? Probabilmente a Picchi, con tanto supporto, spiegherà come funziona l’economia».

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