Viaggio nella storia con vista sul degrado. Muschio, guano, resti di bivacchi nel waterfront che attende il restyling

L'area archeologica al porto di Ancona
L'area archeologica al porto di Ancona
di Teodora Stefanelli
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 20:32

ANCONA - Tempo 15 mesi, entro giugno dell’anno prossimo, questa striscia di Ancona al confine tra città e porto dovrebbe avere tutt’altro aspetto, con la conclusione dei lavori del percorso archeologico Waterfont, una passeggiata nella storia che va dal Palazzo degli Anziani fino all’antico porto Traianeo, passando per il Sacello medievale, Piazza Dante e la Casa del Capitano. Mentre si sta concludendo la fase della progettazione e si aspettano i bandi del Comune per appaltare i lavori, magari servirebbe un minimo di manutenzione per garantire almeno pulizia e decoro.

Un ipotetico turista, ma anche un normale cittadino, che si trovasse a camminare sulla passerella che costeggia gli scavi del porto romano passerebbe accanto a sporcizia, muschio, erba incolta e segni di quello che sembrerebbe a tutti gli effetti un bivacco.


I volatili
Senza badare poi alla presenza fastidiosa del guano dei piccioni e dei gabbiani incrostato sui pavimenti, ai mattoni accatastati a terra e alle innumerevoli transenne che, con i nastri rossi dei lavori in corso, non rendono certo l’idea della storicità di questo luogo.

Poco prima della Casa del Capitano, a sinistra della passerella, sono ammassate lattine di birra, pezzi di vetro di bottiglie, sigarette e altro pattume lasciato a terra, forse residuo di qualche bagordo notturno. Qui, prima di una delle porte della struttura in stile medioevale del XIII secolo, si nota come il pavimento sia coperto da escrementi di animali e da altra sporcizia non ben identificata. Superando un nastro e qualche transenna del cantiere di nuova illuminazione del fronte mare si arriva poi all’Istituto Nautico: una palazzone grigio e rosso ormai in pieno declino, tanto da sembrare un edificio fantasma, abbandonato da anni. 


Sei classi presenti
Invece è ancora frequentato da sei classi di studenti, in attesa di trasferirsi in un nuovo istituto a Torrette, come il resto degli alunni che hanno già traslocato tempo addietro. Anche ad un primo sguardo distratto ci si accorge dello stato d’incuria in cui versa la struttura. Pezzi di ferro esposti all’aria e ossidati, crepe e parapetti sbeccati oltre ai cancelli che delineano la zona pieni di ruggine. Tutto ciò rende l’atmosfera spettrale andando inevitabilmente a scontrarsi con l’idea di un percorso archeologico che colleghi con armonia il porto e la città.
Dopo il mese di marzo la Provincia qui ha previsto dei lavori di sistemazione urgente come la chiusura di alcune parti mancanti della facciata o la copertura delle zone in cui si vede il ferro. Il minimo che si possa fare per la sicurezza di chi ci passa accanto. In realtà servirebbero interventi molto più significativi ed importanti. Cosa che, al momento, sarebbe infattibile per mancanza di fondi e perché la maggior parte delle classi dell’Istituto ormai si trovano a Torrette. Il destino della scuola che si trova sul lungomare Luigi Vanvitelli è di essere svuotata completamente di alunni e insegnanti. Ma sul futuro utilizzo, ancora non ci sono certezze.

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