ANCONA - Si sarebbe spacciato per un dipendente del patronato e, anziché aiutare una donna disabile, le avrebbe spillato circa 3.400 euro. È con l’accusa di truffa che è stato rinviato a giudizio ieri mattina dal gup Francesca De Palma un chiaravallese di 60 anni, accusato di aver indotto in errore una falconarese nel corso del 2016. Il processo inizierà il 27 settembre 2022.
L’imputato, difeso dall’avvocato Fabrizio La Rocca, dovrà anche rispondere di falso materiale per aver predisposto nove F24, risultati essere fasulli.
Per attestare i pagamenti di tali omissioni contributive, l’imputato avrebbe simulato la compilazione di nove modelli F24, per la procura risultati essere completamenti falsi e frutto della truffa inscenata dal 60enne. I documenti riportavano, stando a quanto emerso, i presunti pagamenti versati all’erario. In realtà, questo dice l’accusa, i soldi sarebbero finiti nelle tasche dell’imputato.
Dunque, la vittima s’era ritrovata con un iter per l’aggravamento della malattia mai avviato e un portafoglio più leggero di 3.400 euro. Nello specifico, gli F24 sarebbero stati – per la procura – falsamenti pagati tra marzo e aprile del 2016. Cento euro l’importo minimo versato, 894 euro quello massimo. Negli F24, stando all’accusa, per rendere tutto più credibile sarebbe stato anche impresso in maniera artificiosa il timbro dell’ufficio bancario da cui sarebbe dovuto partire il pagamento.