ANCONA I massaggi sul lettino potevano essere canonici oppure avere il “lieto fine”, pagando un sovrapprezzo compreso tra i 30 e i 50 euro. Il centro benessere si trasformava così in un alcova del sesso con tanto di tariffario del piacere. I sigilli di sequestro per l’attività di via Buozzi erano arrivati nel giugno del 2014, dopo un’indagine portata avanti dai carabinieri delle Brecce Bianche.
In due nel mirino
Erano stati denunciati in due: la maîtresse cinese che stava in cassa e suo marito.
Proprio ieri, sono stati ascoltati dal giudice e hanno risposto alle domande del pm e del difensore dell’imputata, l’avvocato Marco Fanciulli. Un testimone si ricordava poco o nulla, un altro ha riferito di essersi recato al centro massaggi almeno «6 o 7 volte» e che c’erano «3 o 4 ragazze per i massaggi». Trattamenti, talvolta, osé: «Ti affondavano le mani nelle parti intime e ti masturbavano». Sul ruolo della 48enne cinese: «Lei era la maîtresse, stava in cassa e prendeva i soldi dei trattamenti».
Mezz’ora di messaggio con “lieto fine” costava 30 euro in più rispetto alla tariffa normale, 50 euro se si prolungava la prestazione. Stando a quanto riscontrato dalla procura, poi, c’erano i messaggi a quattro mani e le prestazioni nella vasca da bagno. Il capo d’imputazione ha riportato lo sfruttamento di una sola ragazza, anche se all’epoca i militari avevano riscontrato la presenza di più operatrici.
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