Richieste e cavilli: ad un disabile servono sei mesi per avere il bonus energetico

Susanna Servadei consulta le ultime bollette
Susanna Servadei consulta le ultime bollette
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 20:47

ANCONA -  Sei mesi per ottenere lo sconto in bolletta come previsto dal decreto aiuti. E’ quanto ha penato Susanna Servadei, anconetana, che in casa assiste il fratello cinquantasettenne disabile sottoposto a ventiloterapia. Ma ancora la donna, nonostante la trafila che due da marzo scorso, non è riuscita a venire a capo della situazione.

Intanto cos’è il bonus energetico per le categorie fragili: è misura volta a ridurre la spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica dai nuclei familiari in cui è presente un componente che si trova in condizioni di disagio fisico.

A quanto ammonta: Il valore del bonus elettrico per disagio fisico è determinato in base ai criteri previsti dalla normativa e dipende da potenza contrattuale, apparecchiature elettromedicali salvavita utilizzate e tempo giornaliero di utilizzo. 


L’odissea
La signora Servadei in un primo momento si è rivolta ad un Caf di un’organizzazione sindacale. «Ho richiesto un primo appuntamento - racconta la donna - mi è stato concesso ad aprile». E comincia il labirinto normativo: «Sono arrivata e mi dicono che la bolletta e la carta d’identità non erano sufficienti - continua - serve un documento che avrei dovuto richiedere al reparto di pneumologia dell’ospedale». Susanna Servadei si procura il documento e richiede un nuovo appuntamento: si fa maggio. «L’impiegata mi fa compilare il modulo, firmo e chiedo la decorrenza del bonus» prosegue la sorella del disabile. Ma dopo un altro mese tutto tace. «Scrivo di nuovo al Caf e mi dicono che la domanda era stata scartata perchè il Comune non l’aveva abilitata» racconta. Apriti cielo: in pratica la richiesta sarebbe dovuta essere inviata direttamente al Comune, non tramite Caf. 


La burocrazia
Dunque ricomincia un’altra odissea burocratica. Così Susanna Servadei si reca agli uffici pubblici dei servizi sociali e ripete tutta la scrittura dei moduli «ma mi dicono che manca l’impiegata preposta a questo tipo di richieste - racconta ormai esausta la donna - alla fine mi rivolgo alla segreteria del sindaco: mi danno tutti ragione, si scusano ma intanto questo mese ho ricevuto la bolletta a prezzo pieno». Ora, se tutto va bene, la decorrenza con gli importi scontati dovrebbe attivarsi da ottobre. Sei mesi di inferno burocratico per una misura che dovrebbe essere acquisita anche dalle istituzioni che dovrebbero farsene carico. 


Le richieste
E intanto fioccano le richieste alle associazioni dei consumatori che cercano di assistere gli uettni nei vari passaggi. Troppo spesso, infatti, è il gap informativo degli organi di competenza a rallentare il processo. «Non mi spiego perché il Caf ha accettato la mia domanda e si è fatto carico di indirizzarla al Comune quando poi è emerso che non sta a loro farlo» s’interroga Servadei, il cui macchinario utilizzato dal fratello disabile per 16 ore al giorno incide di circa il 30% sul consumo energetico casalingo. 


Domanda cui l’unica risposta risiede nella confusione che si è creata a seguito delle tante norme e dei cavilli che sono emersi all’interno del sistema di assistenza al cittadino in un momento di forte crisi e incertezza. Il risultato, però, è stato il materializzarsi di un labirinto burocratico che rischia di rendere inefficace una misura che andrebbe attuata in tempi brevi.

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