ANCONA - Ha denunciato il marito dopo l’ennesimo litigio tra le mura domestiche e sotto gli occhi dei figli, scoperchiando davanti ai carabinieri un passato di violenze e soprusi, sia morali che fisici. Episodi legati a motivazioni economiche, ma anche incompatibilità caratteriali e arretratezza culturale. Episodi che, in alcuni casi, avrebbero anche coinvolto la figlia della coppia, maltrattata perché usciva «con i ragazzi» e perché a casa teneva i «pantaloncini corti».
I contorni della storia di una famiglia marocchina residente in una cittadina della Val Musone sono emersi ieri nel corso dell’udienza dove è imputato per lesioni personali e maltrattamenti un 57enne, attualmente all’estero. Parte civile è la moglie, una connazionale di 42 anni, con l’avvocato Gianluca Gobbi. Ieri era presente in aula. È stata lei, dopo un primo contatto con i Servizi Sociali, a puntare il dito contro l’uomo e ad ottenere nei suoi confronti il divieto di avvicinamento. La denuncia risale al gennaio del 2021, quando a casa erano arrivati i carabinieri e i soccorritori del 118, al termine dell’ennesima lite. In quel frangente, la donna era andata al pronto soccorso: ne era uscita con 15 giorni di prognosi. Le era stato anche lesionato dal marito un dito, quello medio, utilizzato dalla 42enne per fare un gestaccio rivolto all’imputato. È stata la figlia, di poco maggiorenne, a raccontare l’episodio, ricordando che quel giorno – era il 14 gennaio dello scorso anno – il padre era uscito per fare la spesa e la madre si era recata al bancomat per prelevare i soldi necessari a pagare le bollette. Al ritorno a casa, il litigio: «Si sono messi a discutere per i soldi, lui l’ha spinta per terra». La scena si sarebbe verificata in camera da letto. Dopo il gesto del dito medio, la situazione sarebbe precipitata. A quel punto, era intervenuta la figlia, assieme al fratello (anche lui di poco maggiorenne) per dividere i genitori e «spingere papà fuori dalla stanza». Il capitolo dei soprusi nei confronti della figlia, non però inseriti nel capo d’imputazione: «Era violento quando uscivo con gli amici o quando indossavo a casa i pantaloni corti. Una volta mi ha preso il polso e me lo ha girato così forte che non l’ho potuto muovere per giorni». Il 14 gennaio, l’imputato era stato trovato dai carabinieri sulle scale del pianerottolo: «Mia moglie mi ha fatto la mossa del dito medio e ha speso i miei soldi» le parole attribuite all’imputato da un carabiniere testimone.
«Quel giorno, ho trovato la donna scossa, aveva pianto, si vedeva che aveva preso le botte» ha continuato il militare.