Prende brutti voti a scuola, riempie di schiaffi la figlia: il papà orco finisce a giudizio per maltrattamenti

Prende brutti voti a scuola, riempie di schiaffi la figlia: il papà orco finisce a giudizio per maltrattamenti
Prende brutti voti a scuola, riempie di schiaffi la figlia: il papà orco finisce a giudizio per maltrattamenti
di Federica Serfilippi
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Giovedì 12 Maggio 2022, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15:26

ANCONA  - Sarebbe stata aggredita dal padre, quando era in terza elementare, solamente per aver sbagliato un compito a scuola. Uno schiaffo che, stando alla procura, aveva fatto sanguinare il labbro della bimba e che le aveva provocato un occhio nero. E ancora, sarebbe stata presa per il collo, a calci e anche insultata: «Hai il cervello di una bambina di due anni, non capisci niente, sei stupida». Atteggiamenti che la pubblica accusa ha contestato a un 50enne residente in una cittadina della Val Musone, finito a giudizio davanti al tribunale di Ancona per maltrattamenti in famiglia. 


Sarebbe stata la figlia a subire i suoi soprusi, fatti emergere durante la quinta elementare, anche se alcuni episodi risalgono a un periodo antecedente.

I fatti contestati sono avvenuti il 2018 e il 2019. A riportarli in aula sono stati i primi testimoni del processo, tra cui la mamma della piccola che aveva sporto denuncia dopo le confessioni fatte dalla figlia alla psicologa della scuola. Proprio all’esperta, la piccola aveva raccontato di un’aggressione subita dal padre quando faceva la terza elementare. I genitori si erano già separati da tempo, vivendo in case diverse. Stando a quanto emerso, il 50enne aveva schiaffeggiato la figlioletta solo perché lei aveva sbagliato un compito. Dal labbro era uscito del sangue e il contorno dell’occhio s’era annerito. 


«Per raccogliere la penna ha sbattuto contro il tavolo e s’è fatta male» sarebbero state le parole dette dal padre una volta riaccompagnata la figlia dall’ex compagna. La mamma della minore, oltre a riportare questo episodio, ha ribadito gli insulti subiti dalla figlia: «Diceva che era lenta, che aveva il cervello di una bambina di due anni. Mia figlia era arrivata a non scrivere più i suoi compiti sul diario pur di non andare dal padre». Una volta, stando a quanto emerso in aula, la piccola sarebbe stata presa a calci per aver perso un braccialetto. «Lui era aggressivo – ha continuato la mamma, che non si è costituita parte civile – la sminuiva e la voleva portare a casa sua per correggerle i compiti. Le dava della “stupida”, diceva che “non capiva niente”. La prendeva per il collo e la tirava i capelli». 


A testimoniare, anche la mamma di un’amichetta della bimba: «Diceva che quando faceva i compiti, il padre la strattonava e le urlava contro. Aveva paura di dirgli che una sera aveva dormito da noi. Aveva il terrore di trovarselo sotto casa». Il 14 giugno proseguirà il processo con l’audizione dei testimoni della difesa. 

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