Picchiata e segregata dal marito orco. «Non puoi lavorare». E arriva la maxi condanna

Picchiata e segregata dal marito orco. «Non puoi lavorare». E arriva la maxi condanna
Picchiata e segregata dal marito orco. «Non puoi lavorare». E arriva la maxi condanna
di Federica Serfilippi
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Venerdì 2 Giugno 2023, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 12:07

ANCONA  - Maltrattata, segregata in casa, minacciata e picchiata anche davanti ai figli: maxi stangata per il marito orco. L’uomo, un bengalese 43enne, è stato condannato dal giudice Pietro Merletti a scontare quattro anni e un mese di carcere. Doveva rispondere di maltrattamenti in famiglia dopo la denuncia sporta alla polizia dalla donna, una connazionale di 35 anni. 

 
Le contestazioni


I fatti fanno riferimento al periodo compreso tra il 2016 e il 2018, quando la coppia viveva al Piano assieme ai due figli piccoli.

A pesare sulla posizione del bengalese è stata la testimonianza resa in udienza dalla vittima, che aveva fatto emergere un quadro di marito-padrone.

«Non mi dava soldi - aveva detto lei - non voleva che lavorassi e che uscissi con altre donne bengalesi. Se non ubbidivo, mi picchiava anche davanti ai nostri figli». 
Il rapporto matrimoniale sarebbe precipitato tra maggio e giugno del 2018. «Non potevo sempre ubbidire a mio marito – aveva detto la vittima, che non è parte civile – e così qualche volta uscivo di casa. Lui si arrabbiava e mi picchiava, dandomi degli schiaffi». Il primo maggio di quattro anni fa, un grave episodio di violenza, raccontato dalla donna nel corso della denuncia sporta in questura.

All’apice dell’ennesimo litigio, l’imputato avrebbe tirato contro la moglie la bicicletta dei figli piccoli. La bici aveva colpito la donna alla testa. 
Ci sarebbero poi stati altri episodi di violenza: lei ha raccontato di essere stata ripetutamente graffiata sul volto e presa a schiaffi. Quando lei aveva paventato di sporgere denuncia lui avrebbe reagito con le minacce: «Se vai dalla polizia, io ti ammazzo» le avrebbe detto l’imputato afferrando un coltello. L’uomo, difeso dall’avvocato Pietro Sgarbi, ha respinto le accuse nel corso dell’ultima udienza. Lei non si è costituita parte civile. 

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