Minaccia l'ex moglie: «Sei una donna, devi fare solo la mamma». Condannato a 2 anni e 2 mesi

Minaccia l'ex moglie: «Sei una donna, devi fare solo la mamma». Condannato a 2 anni e 2 mesi
di Federica Serfilippi
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 03:50

ANCONA Spinta giù per le scale quando era incinta, minacciata («Ti faccio tornare dalla tua famiglia in una bara»), insultata e picchiata fino a farla svenire. Sono solo alcuni flash dell’inferno raccontato in tribunale da una 38enne residente a Chiaravalle che ha portato a giudizio quello che ormai è il suo ex compagno, nonché il padre di sua figlia. 

 
La sentenza
L’uomo, 42enne, ieri è stato condannato dal giudice Carlo Cimini a scontare due anni e due mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La prima accusa era aggravata dal fatto che parte dei soprusi si sarebbe verificata alla presenza della loro bimba che, all’epoca della denuncia della vittima, non aveva neanche compiuto due anni. I fatti finiti sotto la lente della procura sono iniziati poco dopo la convivenza della coppia, nel 2016, in un appartamento di Chiaravalle. Da quanto emerso nel corso del processo, sarebbe stata un’eccessiva gelosia, insieme alla smania di controllo nei confronti della compagna, a innescare i comportamenti furibondi dell’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Conti. Un desiderio di possesso che avrebbe portato il 42enne a installare di nascosto un’app nel cellulare della donna per controllare il tenore delle chiamate. Durante la gravidanza, gli atteggiamenti aggressivi dell’uomo sarebbero aumentati: in aula è stato raccontato dalla 38enne (parte civile con l’avvocato Francesca Santorelli) l’episodio in cui era stata trascinata per i capelli e spinta lungo la tromba delle scale di casa. Era finita al pronto soccorso, ma agli operatori sanitari aveva detto di «essere scivolata nella doccia».

Dopo un periodo di apparente calma – e il ritorno a casa della donna dopo una sola notte passata in una struttura protetta – la situazione sarebbe degenerata nella primavera del 2017 con la nascita della figlia della coppia. «Se lui mi picchiava, si calmava.

Doveva arrivare a picchiarmi per calmarsi» ha raccontato la donna in aula, riferendo anche di aver ricevuto sputi dall’ex compagno e di essere stata svalorizzata in quanto donna perché, stando a quanto le avrebbe detto l’imputato, lei «doveva solo pensare a fare la mamma». Nell’accusa di maltrattamenti hanno trovato posto anche le minacce di morte: «Ti faccio tornare dalla tua famiglia in una bara», «Ti auguro di morire di tumore». 


Le violenze
L’episodio che ha portato alla denuncia risale al 14 gennaio del 2019. Stando all’accusa, l’uomo le aveva fatto sbattere la testa contro la spalliera del letto. La prognosi era stata di 5 giorni. L’imputato non ha reso dichiarazioni in aula. La difesa ha cercato di smontare le contestazioni sostenendo la dubbia attendibilità della versione della donna e il fatto che alle violenze non abbia assistito alcun testimone. Le motivazioni saranno pubblicate entro trenta giorni, poi la probabile decisione della difesa di ricorrere in appello. Alla parte civile andrà una provvisionale di 8mila euro. 

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