ANCONA - Prima avrebbero iniziato con un avvertimento soft: lo squarcio delle gomme di tre mezzi, tra cui uno utilizzato come furgone da lavoro. Poi, visto che non bastava a scoraggiare la concorrenza, il passaggio alle maniere forti: l’incendio di due veicoli e il furto di una carta di credito. Il movente dei danneggiamenti? Stando all’ipotesi accusatoria, smorzare il lavoro della cooperativa concorrente, operante nel settore dei servizi funebri. È di nove indagati il bilancio dell’inchiesta portata avanti dalla Squadra Mobile e iniziata dopo la denuncia sporta dall’amministratore della cooperativa presa di mira per più di un anno.
Indagine chiusa
Contestualmente agli avvisi di garanzia, i poliziotti hanno notificato anche la conclusione delle indagini preliminari. Tra i reati contestati a vario titolo ci sono illecita concorrenza, danneggiamento, incendio, furto, indebito utilizzo di carte di credito, nonché favoreggiamento personale a carico di uno degli indagati. Stando a quanto emerso, tutto sarebbe nato da una scissione: dalla cooperativa vittima dei vandalismi si sarebbero staccati alcuni dipendenti, migrati poi in un’altra società.
Così, secondo l’ipotesi della pubblica accusa, gli “scissionisti” – i nove indagati, tutti residenti ad Ancona e di età compresa tra i 25 e i 50 anni - avrebbero architettato i danneggiamenti per abbattere la concorrenza e quindi mettere a repentaglio il lavoro della cooperativa (fa da supporto logistico alle imprese funebri) da cui si erano staccati. I primi episodi monitorati dagli inquirenti risalgono a un periodo compreso tra novembre 2018 e aprile 2019.
In questo lasso di tempo, erano state squarciate le ruote di tre mezzi, tutti parcheggiati in via Gigli: una Fiat Qubo (utilizzata dalla cooperativa danneggiata come furgone da lavoro) e due auto private, una di proprietà dell’amministratore della società, una di proprietà di sua moglie. A maggio 2019, sempre nel quartiere delle Grazie, c’è stato il secondo episodio di vandalismo: una Suzuki, già danneggiata con il taglio delle gomme, è stata data alle fiamme. Il fuoco aveva anche attaccato i veicoli parcheggiati nelle vicinanze.
A dicembre 2019, il fatto più grave: è stata rubata la Fiat Qubo della cooperativa, portata davanti al cancello dell’università del polo di Monte Dago e data alle fiamme. Prima di appiccare il fuoco, è stata rubata la carta di credito trovata all’interno del veicolo e utilizzata dalla cooperativa per i rifornimenti di benzina. Con quella carta, parte degli indagati avrebbe fatto dei prelievi bancari per poche centinaia di euro. È stato uno dei passi falsi dei dipendenti della cooperativa avversaria.
I pedinamenti
Il tracciamento del bancomat ha fornito l’assist agli investigatori per stringere il cerchio attorno ai nove indagati. L’inchiesta è stata compendiata da presidi tecnici, pedinamenti e appostamenti. Ora, con l’avviso di conclusione delle indagini, i nove avranno tempo venti giorni dalla ricezione della notifica per chiedere di farsi sentire dagli inquirenti o depositare una memoria difensiva. Poi, il pm potrà decidere se archiviare qualche posizione o chiedere il rinvio a giudizio.
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