«Filette, pasta e fettine ormai tutto costa di più». E il caro gasolio incombe

«Filette, pasta e fettine ormai tutto costa di più». E il caro gasolio incombe
«Filette, pasta e fettine ormai tutto costa di più». E il caro gasolio incombe
di Michele Rocchetti
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Domenica 15 Gennaio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 16:07

ANCONA  - Se aumenta il costo dei carburanti, aumenta il prezzo di tutto, anche di ciò che arriva sulla nostra tavola. Da uno studio della Coldiretti su dati Istat relativi all’inflazione di dicembre, emerge che nel 2022 i prezzi di bevande e generi alimentari hanno subito un incremento medio del 9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Tutto questo a causa dell’effetto valanga dei rincari energetici uniti a quelli delle materie prime, che sta provocando sofferenze su tutta la filiera dell’agroalimentare, dai campi fino alle tavole dei consumatori. E con la nuova impennata del costo di diesel e benzina la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. «In Italia le merci viaggiano prevalentemente su gomma, perciò è naturale che se cresce il prezzo dei carburanti, cresce anche quello di tutto il resto, compresa la carne – osserva Cinzia Goffi della macelleria Bontà del Borgo -. Rispetto a un anno fa paghiamo tutto di più. Il prezzo del manzo che utilizziamo per le fettine è aumentato del 30 – 40%. Quello del pollo è raddoppiato. Ogni settimana spendiamo qualcosa in più». 
Nelle pieghe dei numeri
E dire che secondo l’analisi di Coldiretti la carne in generale è quella che ha subito gli aumenti inferiori (+11%). Molto peggio è andata a pane (+16,3%), formaggi (+17,5%), pasta (+20%) e riso (+38%). Quanto alla frutta e verdura (in questo caso i dati sono del mercato di Campagna Amica), se alcuni prodotti come cipolle, bietola e mele, presentano prezzi invariati rispetto al 2021, altri come arance, finocchi, carote e broccoletti, hanno fatto registrare incrementi intorno al 20%. «Se un anno fa una filetta di pane comune costava 3,60 euro al chilo, adesso la paghi 3,80 euro – fa sapere Massimo Agarbati della Panetteria Angela -. I panini sono passati da 5,50 euro a 6 euro e i dolci hanno subito tutti aumenti tra uno e due euro». In questo caso a pesare, più che il caro carburante, è però il caro bollette. «Di gasolio i forni ne consumano poco, giusto per fare le consegne – osserva Agarbati -. Invece è di gas che ne utilizzano tanto, come pure di corrente. La speranza è che le bollette calino, perché non è aumentando leggermente i prezzi del pane che riescono a coprire i costi, che sono triplicati». Per quanto riguarda gli agricoltori il prezzo del gasolio, cresciuto del 129%, invece pesa eccome. Come quello dell’energia necessaria per pompare l’acqua per l’irrigazione, che ha fatto registrare un +500%. Senza poi contare gli aumenti nei prezzi dei concimi (+90%) e dei mangimi (+170%). Ancor più sotto pressione per via dei rincari di gasolio e materie prime sono i pescatori, che non possono neanche tentare di recuperare qualcosa aumentando i prezzi, che sono rimasti sostanzialmente gli stessi rispetto a un anno fa. 
La beffa della pesca
«Per una gran parte dei prodotti ittici il prezzo è addirittura diminuito – rivela Apollinare Lazzari dell’Associazione Produttori Pesca -.

Questo perché non siamo noi a controllare il prezzo del pesce. Esso viene determinato alle aste in base alla quantità di pescato. Se è grande, come succede adesso, i prezzi sono bassi». Anche troppo bassi, visto che i costi sono invece aumentati a dismisura. «A incidere più di tutti – dice Lazzari - è il gasolio, ma aumenti ci sono stati su tutto. Le casse di polistirolo sono passate da 40 centesimi a 1 euro, i cavi d’acciaio da 1,50 euro a 3,40 al metro e il nylon è cresciuto del 20 – 25%». Da notare, infine, che il caro energia ha fatto lievitare il costo degli imballaggi (+50% il vetro, +15% il tetrapack, +35% le etichette, +45% il cartone, +60% i barattoli +70% la plastica) e di conseguenza anche degli alimenti impacchettati.

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