Convalidato l’arresto dell’algerino che ha seminato il panico in città: troppo pericoloso per girare libero

Convalidato l’arresto dell’algerino che ha seminato il panico in città: troppo pericoloso per girare libero
Convalidato l’arresto dell’algerino che ha seminato il panico in città: troppo pericoloso per girare libero
di Lorenzo Sconocchini
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Sabato 21 Agosto 2021, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 07:16

ANCONA  - Resta in cella l’invasato capace di aggredire chiunque gli capitasse a tiro, prendendosela soprattutto con chi professa una religione diversa dalla sua. È stato convalidato l’arresto di Mohamed Lachemi Lamine, l’algerino di 24 anni senza fissa dimora arrestato martedì mattina dalla polizia dopo una caccia all’uomo durata due ore. Iniziata a Marina Dorica, dove l’immigrato aveva gettato in mare un diportista, e conclusa in un appartamento di Posatora.

Prima di essere arrestato, il giovane aveva fatto cadere dallo scooter un centauro incrociato sulla Flaminia, agitandogli contro un “mezzo marinaio”, un’asta uncinata che si usa per avvolgere le cime. Nei confronti del nordafricano, sprovvisto di permesso di soggiorno, il pm Rosario Lioniello ha formalizzato tre ipotesi di reato: resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e addirittura tentato omicidio, per aver cercato di annegare nelle acque del porticciolo turistico un imprenditore umbro di 56 anni che stava armeggiando sul suo gommone. Il diportista se l’è cavata con venti giorni di prognosi, ma solo perché ha avuto la prontezza di riflessi di lanciarsi in mare, mentre lo sconosciuto cercava di tenergli la testa sott’acqua.

L’algerino gli aveva chiesto se fosse cristiano e anche le frasi urlate durante la fuga (“Allah Akbar”) fanno pensare a un fanatico religioso con problemi psichici.

Ma tutti gli accertamenti condotti dalla polizia (Volanti, Digos e Squadra mobile) portano ad escludere che Lamine sia in qualche modo legato a cellule di fondamentalisti islamici. Piuttosto sembra fuori di sè, anche se la visita di uno psichiatra ha certificato la compatibilità con il carcere. Già nei mesi scorsi l’algerino si era reso responsabile di aggressioni in Liguria e a Milano, dove di recente avrebbe morso alla gola una ragazza che pedalava in un parco.

Proprio questa sequela di aggressioni immotivate ha indotto il gip a confermare il carcere per la pericolosità sociale dell’indagato, che non si è ha avvalso della facoltà non rispondere, ma al giudice ha detto di non ricordare nulla perché st

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