Lo scudo della consigliera di fiducia contro molestie sessuali e mobbing. In Comune proteggerà i dipendenti da discriminazioni e vessazioni

Il Comune di Ancona
Il Comune di Ancona
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 21 Aprile 2022, 07:50

ANCONA - Chi subisce discriminazioni sul luogo di lavoro, mobbing o demansionamenti, ma anche corteggiamenti sgraditi o attenzioni a sfondo sessuale, potrà rivolgersi presto a una consigliera (o consigliere) di fiducia, per far cessare le condotte vessatorie prima che la situazione precipiti e porti a una denuncia.

Il Comune di Ancona ha deciso di dotarsi di una figura esterna a cui affidare il compito di prevenire comportamenti vietati, far emergere situazioni latenti, avviare procedure per risolvere disagi e conflitti, anche con esiti disciplinari a carico del presunto molestatore.

 
La selezione pubblica
È quanto prevede una recente delibera della giunta Mancinelli, che approva il “Codice etico di condotta per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Ancona”, istituisce la figura del consigliere di fiducia e incarica la direzione generale Risorse umane di indire una selezione pubblica per una figura professionalmente qualificata, con incarico biennale e un compenso complessivo di 6.000 euro più Iva. La consigliera di fiducia - una figura esterna al Comune per evitare potenziali situazioni di conflitti di interessi - dovrà avere la competenza, formazione ed esperienza necessarie per trattare casi di molestie sessuali, morali e psicologiche (mobbing) e di discriminazione sul luogo di lavoro e in generale nei casi di violazione dei principi espressi dal Codice etico appena approvato.


Si tratta di una sorta di decalogo (in realtà, 13 articoli) che afferma il diritto dei dipendenti del Comune di Ancona - in tutto 752, per il 54% donne - «di svolgere le proprie funzioni in un ambiente ispirato a principi di eguaglianza, correttezza, libertà, rispetto e dignità della persona nei rapporti interpersonali».

Sono previsti percorsi di segnalazione di comportamenti vessatori che garantiscono riservatezza a coloro che denunciano e li mette al riparo da ritorsioni.


Il dipendente comunale che si ritiene vittima di molestie o discriminazioni da parte di superiori o colleghi in genere, quando entrerà in funzione questa nuova figura, potrà scegliere di avviare una “procedura informale”, chiedendo l’intervento della consigliera di fiducia, che ascolterà la persona interessata, il presunto autore (o autrice) dei comportamenti denunciati ed eventuali testimoni. La consigliera di fiducia, che avrà un ufficio in Comune, può anche promuovere incontri tra le parti in conflitto. Nessuna iniziativa potrà essere però adottata senza averne prima discusso, ottenendo il consenso, con la vittima, che può anche ritirare in qualsiasi momento la sua segnalazione. La consigliera di fiducia, quando può essere utile per risolvere tensioni e conflitti, potrà proporre al direttore delle Risorse umane lo spostamento di una delle persone interessate per tutelare la vittima. Entro 180 giorni dalla presa in carico la procedura informale si deve concludere con una comunicazione alle parti.


La denuncia scritta
Ma se il dipendente vittima di discriminazioni o molestie non intende avviare la procedura informale (o se questa non ha fatto cessare i comportamenti indesiderati) può ricorrere a quella formale, con una denuncia scritta al direttore generale del Comune, il quale - avvalendosi anche della consigliera di fiducia - promuove accertamenti sui comportamenti denunciati. Se la denuncia risulta fondata, si attiverà il procedimento disciplinare a carico del responsabile, altrimenti l’amministrazione dovrà attivarsi per riabilitare il buon nome dell’accusato.

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