ANCONA - «Compra l’iPhone, poi ci pensiamo noi a rivenderlo e a darti i soldi». Per la procura sarebbe stato questo lo schema congegnato da una gang di ragazzi anconetani per truffare un disabile con problemi psichici. Facendogli accendere finanziamenti per acquistare prodotti hi-tech avrebbero spillato alla vittima, un 60enne, circa 5mila euro. Ora, i quattro che erano stati individuati dai carabinieri delle Brecce Bianche come gli autori del maxi raggiro rischiano un processo per circonvenzione di incapace.
Il rinvio
L’udienza preliminare si doveva tenere ieri mattina davanti al gup Alberto Pallucchini ma è stata rinviata al 15 giugno per il legittimo impedimento avanzato da un indagato.
Le accuse
Nello specifico, in solo due giorni la vittima avrebbe comprato prodotti accendo finanziamenti per 2.500 euro. Nel carrello erano stati messi due condizionatori, uno smartphone, una lavatrice e un’asciugatrice. Tutti i prodotti sarebbero stati comprati con la promessa di rivenderli e incassare soldi in contanti. Denaro che la vittima non avrebbe mai visto. Come non avrebbe mai visto i prodotti acquistati. Successivamente, il 60enne era stato spinto a compare due iPhone, altrettanti smartphone di brand diversi e 4 sim card. Tutte le transazioni con finanziamento sarebbero state eseguite nei negozi di telefonia e nelle grandi catene commerciali.
La denuncia
Alla fine, era stato un familiare della vittima ad accorgersi del tranello, allertando così i carabinieri della stazione delle Brecce Bianche. Dopo aver avviato le indagini avevano stretto il cerchio attorno al quartetto, conoscendo già parte dei membri per una precedente inchiesta per circonvenzione di incapace che aveva coinvolti dei ragazzi con deficit cognitivi. Il 60enne, con il suo tutore, si è costituto parte civile con l’avvocato Francesco Scaloni. I quattro sono difesi dagli avvocati Fabrizio La Rocca, Giuliano Natalucci, Milo Sabatini e Giuditta Pierella.
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