ANCONA - È stata una segnalazione inviata alla Prefettura di Ancona da una dipendente della cooperativa a mettere in moto i primi controlli all’interno dei cinque Cas finiti sotto sequestro nell’ambito della maxi indagine sui rimborsi legati ai migranti fantasma. Una inchiesta che ha portato gli agenti della Squadra Mobile ad indagare sette persone della onlus L’Aurora per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nel gennaio 2021, l’assistente sociale della cooperativa in sette punti portava alla luce «una situazione a dir poco incresciosa» in merito ai «servizi basici dell’accoglienza».
L’elenco
E allora: puntava il dito contro l’assistenza sanitaria «quasi assente», con la mancanza di «risorse economiche per comprare i medicinali».
I numeri
La segnalazione dell’operatrice, per cui poi è stato risolto il contratto lavorativo e denunciata dalla onlus per diffamazione, fa riferimento alla situazione di via Cialdini 34, dove «hanno continuato a fare i registri firme con i nomi dei beneficiari eritrei che erano andati via spontaneamente qualche settimana prima e continuano ad inserire il nominativo della persona egiziana nonostante anche lui sia assente».
Per gli investigatori, la cooperativa avrebbe ricevuto «l’indebito pagamento da parte dell’ente della somma pari a 29,52 euro al giorno per ogni ospite segnalato come falsamente presente». Ed è proprio su questo che si basa l’accusa della procura, che attraverso la polizia ha sequestrato documenti contabili e cellulari, dove si troverebbero gli scambi di messaggi sulle presenze fasulle. I sequestri hanno riguardato ad Ancona 5 Cas: si trovano in via Maggini, via Astagno, via Esino, piazza Cavour e piazzale della Libertà. Le misure interdittive sono scattate per la 36enne Manuela Morini, presidente del Cda e rappresentante legale della cooperativa L’Aurora, il marito Filippo Corbucci, 34 anni, vice presidente e consigliere, e il padre di lei, il 61enne Maurizio Morini, dipendente della onlus. La cooperativa aveva stretto un contratto, poi risolto a settembre 2022, anche con la Prefettura di Perugia. Il motivo? «Diverse irregolarità riscontrate nel corso dei controlli effettuati dall’apposito Nucleo Ispettivo» specificava ieri la Prefettura.