ANCONA - Un abbraccio commosso, le lacrime e la richiesta: «Perdono per mio figlio». Si sono incontrate ieri mattina in tribunale le mamme del 17enne nigeriano arrestato dai carabinieri lo scorso febbraio con l’accusa di aver rapinato un suo coetaneo nei bagni pubblici di piazza Roma e quella della vittima. L’episodio di violenza risale allo scorso settembre. L’abbraccio è stato stretto dalle due nel corso dell’udienza che vede imputato il ragazzo che dal giorno dell’arresto si trova in carcere. Il suo avvocato, il difensore Aldo Sichetti, ha chiesto al giudice minorile un percorso di messa alla prova da passare in comunità.
Non essendo ancora pronto l’iter nei minimi dettagli, l’udienza è stata rinviata al 24 maggio.
Patrizia, assistita dal legale Raffaele Napolitano, non cerca vendetta «ma chi sbaglia deve capire che ad ogni azione corrisponde una reazione. Il sistema deve dare una risposta a chi infrange la legge, ma va sempre data la possibilità di rieducare i ragazzi che vanno supportati anche dopo l’uscita del percorso fatto in comunità o in carcere». Dal giorno dell’arresto, il 17enne nigeriano – che abita ad Ancona con la famiglia – si trova in un istituto penitenziario minorile della Puglia. Durante l’interrogatorio di garanzia dinnanzi al gip aveva chiesto scusa per l’episodio di violenza.
«Quando il ragazzo è uscito dal bagno di piazza Roma me lo sono ritrovato davanti. Volevo fare il “grosso”, me la sono presa con il primo che capitava, non ce l’avevo certo con lui» aveva detto il 17enne, sottolineando il periodo poco felice passato in quel momento della sua vita per delicate vicende familiari.
La vittima, già picchiata più volte in altri frangenti e da altri ragazzi, era finita al pronto soccorso con cinque giorni di prognosi. Era stata strattonata, presa per il collo e tramortita con un calcio diretto alla bocca dello stomaco. Dopo le indagini, il 17enne nigeriano era stato arrestato dai carabinieri.