Incassano la pensione del parente defunto, madre e figlio scappano a Panama: una truffa da 74mila euro

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona
di Teodora Stefanelli
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Martedì 9 Novembre 2021, 08:30

ANCONA - Avrebbero omesso di dichiarare la morte del caro estinto incassando per quasi un anno e mezzo gli assegni derivanti dalla pensione del marito e padre morto. Racimolato il gruzzolo, si sarebbero trasferiti a Panama per far perdere le loro tracce. Sono imputati di truffa aggravata all’Inps una donna originaria di Morrovalle nel Maceratese di 82 anni e suo figlio 60enne.

I due, che risiedevano nella Vallesina, avrebbero omesso di comunicare agli enti preposti il decesso del 70enne, avvenuta 8 anni fa, nel giugno del 2013, per poi continuare ad incassare i soldi su un conto corrente aperto alle Poste di Jesi intestato ai due coniugi (la moglie e il marito defunto). 


Gli importi mensili venivano erogati dall’Inps. Ogni mese moglie e figlio del defunto avrebbero incassato circa 4700 euro e, in aggiunta a questi soldi, avrebbero percepito altri cinquecento euro mensili di invalidità civile dell’uomo. Una procedura che avrebbero messo in atto indebitamente dal 2013, anno della morte dell’uomo, per quasi un anno e mezzo. Gli assegni nel frattempo venivano erogati dall’Ente a cui non era mai stato inviato il certificato di morte dell’anziano.

Mamma e figlio avrebbero quindi incassato indebitamente i soldi procurando un danno all’Inps di oltre 74mila euro. 


I due imputati, difesi dagli avvocati Angelo Mariella e Franco Argentati, incassati i soldi si sarebbero poi trasferiti a Panama facendo perdere le loro tracce senza fare più ritorno in Italia. Quando infatti i controlli hanno portato alla luce il fatto che vi fossero delle mensilità ricevute indebitamente i due erano già scappati all’estero. Panama è considerato un paradiso fiscale tra i più sfruttati dell’America centrale per beneficiare di particolari condizioni fiscali e di strumenti che permettono di proteggere il proprio patrimonio contro eventuali attacchi.

Forse si può ipotizzare che sia per questo che i due avessero scelto proprio questo Stato come meta d’approdo in cui vivere. Ieri nell’udienza davanti al giudice Francesca De Palma, chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura, era presente l’avvocato Argentati che ha chiesto un riscontro sul fatto che i due avessero ricevuto la raccomandata della notifica di atti giudiziari.

Non ci sarebbero, infatti, stando a quanto riportato dal legale, evidenze del fatto che i due expat abbiano ricevuto la notizia del procedimento penale a loro carico. Il Gup ha rinviato l’udienza preliminare al 21 febbraio accogliendo la richiesta dell’avvocato e dando così il tempo materiale di far pervenire tramite l’Interpol la notifica all’ultimo indirizzo di residenza conosciuto.

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