Trasferita nella rianimazione di Torrette: restano critiche le condizioni della mamma non vaccinata

Trasferita nella rianimazione di Torrette: restano critiche le condizioni della mamma non vaccinata
Trasferita nella rianimazione di Torrette: restano critiche le condizioni della mamma non vaccinata
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 29 Gennaio 2022, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 14:52

ANCONA  - Sono stati una sola essenza per trentadue settimane, un’unica entità emotiva. Lei ora sta lottando contro il Covid nella clinica di rianimazione di Torrette; lui, il suo piccino di appena due giorni e di poco più un chilo, è sotto stretta osservazione nella terapia intensiva neonatale del Salesi. Separati, combattono la loro battaglia. La giovane mamma, una trentenne cinese, è nel reparto del professor Abele Donati, intubata, in posizione prona.

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Positiva e non vaccinata, la ragazza era giunta dall’ospedale di Teramo dove, per la gravità delle sue condizioni, non fu mai ricoverata ma subito destinata, col suo bimbo in grembo, alle cure del materno-infantile dorico.

La diagnosi non lasciava alternative: polmonite interstiziale bilaterale generata dal Coronavirus. 


Il primario di via Conca ricostruisce un percorso che ha trasfigurato quella che sarebbe dovuta essere la gioia d’una venuta al mondo. «Ora è qui in prognosi riservata, in coma farmacologico». Donati riordina i pensieri: «È stata trasferita dalla rianimazione pediatrica del Salesi in seguito a un peggioramento, avvenuto ieri sera (giovedì, ndr)». Poco prima aveva dato alla luce al suo bimbo con un taglio cesareo. Non schiva i dettagli: «Per tentare di migliorare l’ossigenazione, compromessa da una severa insufficienza respiratoria, è stata portata da noi nel caso in cui si fosse resa necessaria la ventilazione extracorporea Ecmo, al momento non praticata». Una scelta che accende, seppur flebile, la fiammella della speranza. «Il quadro nel corso delle ore s’è stabilizzato, ma – ricorda - le condizioni restano gravissime». Separati, madre e figlio, combattono la loro battaglia. 


Ristabilisce la logica. «Quella ragazza non è una no vax - fa notare Donati - tant’è che il marito è immunizzato. Piuttosto questo caso rientra nella casistica delle gestanti che rimandano il momento della profilassi per paura». Michele Caporossi conferma l’allarme: «Una donna su due, il 47%, alle prese con una gravidanza non è vaccinata». Il direttore generale degli Ospedali Riuniti veste la giacchetta di responsabile regionale della Fiaso. La Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere ha firmato uno studio sulla correlazione tra parti e profilassi. Si affida alla cronaca: «Il caso della trentenne del Salesi conferma l’emergenza». Segue l’impennarsi della curva, il direttore: «Con la circolazione veloce di Omicron, il rischio di contagiarsi durante i nove mesi è altissimo». Giunge al nucleo: «Una donna in gravidanza su sei arriva al parto positiva al Covid, il 16% del totale. Una situazione, questa, che crea negli ospedali un problema di gestione»: Spiega il perché: «Una partoriente con il Covid va ricoverata in Ostetricia e questo impone la duplicazione dei percorsi per l’assistenza di pazienti negative e positive». 


La morsa del virus stringe ancora. Fino a uccidere. A Torrette il bollettino di ieri era di nuovo segnato a lutto: una donna di 77 anni di Agugliano, afflitta da altre gravi patologie, è morta in malattie infettive; un uomo di 50, cardiopatico, ha perso la sua guerra contro il virus, in un letto dell’Obi, l’Osservazione breve intensiva. Non è stato sufficiente per loro la copertura di due dosi di vaccino. I numeri continuano a narrare della stessa emergenza. Su 103 postazioni convertite, al Covid agli Ospedali Riuniti ne sono occupate 88. A Torrette la rianimazione è al completo: i 25 letti sono tutti pieni. La misura è colma, i dati del Gores, il Gruppo operativo regionale per la protezione sanitaria, lo ribadiscono. Ancona più Pesaro rappresentano l’82,4% del totale dei ricoveri in terapia intensiva. Solo Ancona è al 43.8%. Una concentrazione che preoccupa. Sbilancia un ingranaggio che, per uno sciopero degli infermieri, esasperati da due anni e mezzo in prima linea, ieri ha rallentare i suoi giri: nelle sale operatorie solo emergenze. Il filo teso, fino a spezzarsi. 

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