ANCONA - Non avrebbero “protetto” i residenti dai rumori molesti legati al traffico veicolare, omettendo quindi di mettere in piedi una serie di iniziative per arginare l’inquinamento acustico attorno all’area di piazza Cavour. Sono le basi accusatorie che hanno portato a processo due dirigenti (uno nel frattempo è diventato ex, essendo andato in pensione) del Comune di Ancona, finiti nel mirino della procura dopo un esposto presentato nel 2018 da un residente del centro che, assieme ad altri cittadini, lamentava pesanti criticità connesse al traffico di mezzi pesanti e automobili in transito nel perimetro di piazza Cavour.
Nel mirino
La citazione diretta a giudizio è stata decretata per Luciano Lucchetti, ex ingegnere capo con delega anche alla viabilità cittadina e Claudio Centanni, architetto delegato alla mobilità urbana.
La denuncia
Nel documento, si parlava dell’intollerabilità dei livelli di rumore percepiti. L’esposto faceva riferimento alle criticità portate soprattutto dal traffico veicolare ordinario e dai mezzi pesanti. In quest’ultimo gruppo rientrano i bus, sia in transito che fermi nei vari punti di terminal della piazza. Tra l’altro, nel 2006, l’Arpam aveva anche portato al Comune proposte di correzione del regolamento acustico per arginare le problematiche legate ai rumori. Una criticità, quindi, che viene da un passato abbastanza remoto. Stando alle accuse, che - è bene rimarcarlo -, sono ancora tutte da dimostrare nel corso del dibattimento, i due funzionari non avrebbero arginato i problemi resi evidenti dai cittadini. In buona sostanza, non avrebbero adempiuto a quella posizione di protezione, incarnata dai loro rispettivi incarichi, in ordine al paventato inquinamento acustico, omettendo di predisporre misure idonee a controllare e abbattere le emissioni sonore veicolari. Nel 2017 c’era stato un altro esposto di cittadini residenti in centro arrivato in procura: l’indagine aveva fatto installare proprio a piazza Cavour una centralina per rilevare i livelli di polveri sottili e altre sostanze presenti nell’aria. Si trattava, dunque, dell’ipotesi di inquinamento ambientale.