Ancona, traffico di rifiuti tecnologici:
scattano arresti e sequestri milionari

Ancona, traffico di rifiuti tecnologici: scattano arresti e sequestri milionari
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Lunedì 15 Aprile 2019, 10:31
ANCONA – Maxi operazione dei Carabinieri forestali di Ancona, che hanno disarticolato un’organizzazione attiva nel traffico di rifiuti, in particolare resti tecnologici.
Un arresto, due obblighi di dimora, il sequestro di 3.190.000 di euro a carico di sei persone e di due aziende accusate di associazione a delinquere e attività organizzata per i traffici di rifiuti, sequestrati 12 camion. È il bilancio di un'operazione di 50 Carabinieri Forestali dei Gruppi di Ancona, Arezzo, Rimini e Lucca che hanno eseguito misure cautelari personali e reali a carico di 12 persone e due società, disposte dal Gip del Tribunale di Ancona, nell'ambito di un'indagine iniziata nel 2017, diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Ancona Nipaaf e della Stazione Carabinieri Forestale di  Ancona.  Le misure cautelari personali hanno riguardato quattro residenti in Provincia di Arezzo, G. S. di anni 34 agli arresti domiciliari, B.R. e B.M. rispettivamente di anni 68 e 66, colpiti da obbligo di dimora, C. P. di anni 56, colpito da misura interdittiva, accusati dei reati di associazione a delinquere e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali, falso in atto pubblico.  È stato disposto inoltre il sequestro per equivalente di denaro o altri beni per un totale di 3.190.000 euro, attraverso il blocco dei conti correnti bancari e postali di 6 indagati (C.D. di anni 46, P.F. di anni 36, entrambi residenti in Provincia di Rimini; B.B. di anni 67, B.S. di anni 44, entrambi residenti in Provincia di Ancona) e 2 società con sedi legali nelle Provincie di Ancona e Rimini, accusati di aver costituito un'organizzazione criminale finalizzata all'accumulo di 11.000 tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti dalla frantumazione dei monitor e televisori a tubo catodico, abbandonati presso gli spazi aziendali di due ditte nei Comuni di Falconara ed Agugliano, di cui una portata al fallimento al fine di evitare le ingenti spese di smaltimento superiori al milione di euro.
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