Test truccati medicina, chiesta
condanna per prof anconetano

Test truccati medicina, chiesta condanna per prof anconetano
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Lunedì 13 Ottobre 2014, 15:55 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 18:19
ANCONA - Il pm di Bari Ettore Cardinali ha chiesto 65 condanne comprese fra 6 mesi e 3 anni di reclusione e 8 assoluzioni nel processo sui presunti test d'ingresso truccati nel 2007 alle facoltà a numero chiuso di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari e Ancona. Le condanne più elevate, a 3 anni di reclusione e 400 euro di multa, sono state chieste nei confronti del ginecologo Giuseppe Varcaccio e del professor Maurizio Procaccini, direttore della cattedra di odontoiatria di Ancona, accusati, insieme con il tecnico informatico Francesco Avellis e con Emanuele Valenzano, padre di uno dei candidati (per loro chieste condanne rispettivamente a 2 anni e 4 mesi e 2 anni e 6 mesi di reclusione), di aver allestito per i test del 4 e 5 settembre 2007 due centrali operative da cui partivano via sms le risposte ai quesiti ministeriali. Per 51 imputati, tra studenti candidati e genitori, il pm ha chiesto condanne comprese fra 2 anni, 4 mesi e 400 euro di multa e 2 anni, 6 mesi e 400 euro di multa per truffa e falso. Per altri 12 imputati la Procura ha chiesto condanne a 6 e 7 mesi di reclusione. Stando alle indagini della magistratura barese i genitori sarebbero stati direttamente coinvolti nella presunta truffa in qualità di intermediari con le centrali operative. Le assoluzioni sono state chieste per quei genitori che avrebbero avuto «piena consapevolezza dei fatti» senza tuttavia «prova di una condotta partecipativa al reato». Nell'ambito di questa vicenda il 70enne Marcantonio Pollice, biologo ed ex dicente di liceo in pensione, suo figlio odontoiatra, Giulio, e sua moglie Paola Favaretto sono stati nei mesi scorsi assolti con rito abbreviato dal reato di associazione per delinquere dopo aver patteggiato pene fra 20 mesi e 14 mesi di reclusione. Altri 30 imputati, studenti e genitori, hanno patteggiato una pena a 4 mesi di reclusione (convertita nella sanzione pecuniaria di 5mila euro) e concordato con l'Università un risarcimento danni pari a 10mila euro ciascuno. Nel processo le Università di Bari e delle Marche si sono costituite parte civile. L'Ateneo barese ha quantificato in quasi 1 milione di euro la richiesta di risarcimento danni (790mila euro per il danno all'immagine e 165mila euro per il danno materiale). L'Università delle Marche ha chiesto un risarcimento pari a 100mila euro (per il danno all'immagine) con provvisionale di 50mila euro.





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