ANCONA - C’era da aspettarselo. Era solo questione di giorni. Quando una tornata elettorale si trasforma inaspettatamente in una débacle, i primi a dover fare un’autoanalisi sono i segretari di partito. Jacopo Falà, segretario provinciale Pd, dopo lunghe riflessioni, ha deliberato: «Nelle prossime ore provvederò a convocare gli organismi provinciali dove rimetterò il mio mandato di segretario». E uno. Manca Simone Pelosi, segretario comunale Pd. Ancora non si sarebbe espresso in merito, ma dagli ambienti Dem cittadini sembrerebbe che stia per fare lo stesso passo. Poi, chiaramente, non è detto che una volta presentate le dimissioni il segretario decada nell’immediato. Potrebbe anche darsi che gli organismi provinciali e comunali chiedano di restare per guidare questa fase di transizione almeno fino al prossimo congresso che per entrambi i livelli, provinciale e comunale, si terrà l’anno prossimo.
L’analisi
Fatto sta che Falà ha comunicato ufficialmente le sue intenzioni tramite un post su Facebook in cui si lancia anche in una lunga analisi della sconfitta in cui trapela, però, un’atmosfera da resa dei conti.
Le strategie
Sulla gestione del dialogo con le altre forze politiche di sinistra Falà si sbilancia definendola «poco saggia, il Partito Democratico aveva indicato la via di una apertura maggiore alle richieste delle altre liste, in particolare su temi sensibili come il referendum sull’area marina protetta». Apertura che puntualmente non è arrivata. E ne ha da dire anche sul richiamo all’antifascismo che non è stato «sufficiente per costruire alleanze e per motivare gli elettori». Non si trattiene Falà e arriva addirittura a parlare di «un fallimento dell’intelligenza della politica». Parole durissime e cariche di amarezza. Seppure non intende attaccare direttamente Mancinelli, ritiene che sia stato un grosso errore «chiudersi nello spazio angusto dei propri convincimenti reputandoli verità assoluta». Poi conclude: «Non siamo stati purtroppo all’altezza delle aspettative, ma sono certo che sapremo rialzarci grazie alla forza di una comunità nella quale nessuno è indispensabile, ma tutti collaborano per il bene comune».
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