Tentata rapina alla fermata del bus
schiaffeggia una disabile per 20 euro

Tentata rapina alla fermata del bus schiaffeggia una disabile per 20 euro
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Venerdì 7 Settembre 2018, 04:45
ANCONA - Prima è stata schiaffeggiata, poi strattonata nel tentativo di strapparle una ventina di euro. È stata lei stessa, ferita e sotto choc, a chiamare la centrale del 113 e far sì che il suo aggressore venisse arrestato dagli agenti delle Volanti per tentata rapina. In manette, mercoledì pomeriggio, è finito un marocchino senza fissa dimora di 59 anni, volto noto alle forze dell’ordine. Nella sua grinfie è capitolata un’anconetana disabile di 51 anni, relegata su una sedia a rotelle.

La donna, a causa delle lesioni al volto, è dovuta ricorrere alla cure del pronto soccorso di Torrette: i medici hanno refertato sette giorni di prognosi. Era al terminal dei bus di piazza Ugo Bassi in attesa di un mezzo che potesse portarla verso il centro cittadino quando è stata aggredita dallo straniero. La vittima non sarebbe stata scelta casualmente. Ci sarebbe, infatti, un legame di conoscenza tra le due parti, basato su piccoli aiuti economici elargiti dall’anconetana, residente al Piano, al 59enne. Stando a quanto emerso, mercoledì attorno alle 16 l’uomo ha chiesto alla sua benefattrice 20 euro. Al no della donna, il marocchino avrebbe iniziato a spintonarla e schiaffeggiarla tentando di rubarle la borsa. La scena si sarebbe svolta sotto gli occhi di numerosi passanti che, però, non hanno mosso un dito per difenderla. Data la resistenza della donna, il nordafricano si è dato alla fuga, salendo su un bus. Nei pressi della stazione ferroviaria lo straniero è stato rintracciato rapidamente e arrestato dagli uomini della questura, allertati dalla vittima che ha fornito un dettagliato identikit del suo aggressore. 
 
Nelle tasche dei pantaloni del 59enne è stato trovato uno dei due cellulari che la donna aveva con sé al momento della bagarre scoppiata in piazza Ugo Bassi. Proprio sul possesso dello smartphone, l’uomo si è difeso ieri in tribunale durante la direttissima, affermando tra l’altro l’esistenza di una relazione amorosa con l’anconetana. «Quel telefono è mio, per questo me lo sono ripreso» ha detto in aula il 59enne, difeso dall’avvocato Andrea Coen. Il giudice Sonia Piermartini ha convalidato l’arresto e disposto per il marocchino il divieto di dimora in tutta la provincia dorica. Il processo si aprirà il 21 settembre. 
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