«Non era ubriaca, chiusura ingiusta». Il Tar fa riaprire il Rio Club, sanzionato dopo la morte in mare della steward irlandese

Il Tar fa riaprire il Rio Club, sanzionato dopo la morte in mare della steward irlandese
Il Tar fa riaprire il Rio Club, sanzionato dopo la morte in mare della steward irlandese
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 07:05
ANCONA - Il Tar toglie il silenziatore alla discoteca di Marina Dorica: accolta la richiesta di sospensiva dei titolari contro il provvedimento del questore che aveva disposto la chiusura del Rio Club per 20 giorni dopo il tragico annegamento di una steward irlandese nelle acque del porticciolo turistico. Ma resta il giallo sulla morte di Mairead Breffni O’Connor: era o non era ubriaca la 30enne quando è scivolata in mare dal mega yacht su cui lavorava, ormeggiato davanti al cantiere Isa-Palumbo, nella notte tra il 22 e il 23 novembre, dopo essere uscita dal locale? La verità è nei test tossicologici, i cui esiti sono ancora sconosciuti agli inquirenti e agli avvocati Maurizio Miranda e Federica Battistoni che, per conto di Nicolas Mobili e del suo socio, si sono visti accogliere dal Tar l’istanza cautelare contro il provvedimento di chiusura, dettato da motivi di pubblica sicurezza. 

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Secondo i legali, che nel ricorso hanno allegato foto, video e testimonianze di clienti e dipendenti del locale, in particolare del barista, la povera Mairead, tra l’ 1,15 e l’1,45, era «in un contegno normale che non lasciava presagire, né poteva far apprezzare al barman, uno stato di alterazione per effetto dell’alcol». Tant’è che la security non è intervenuta. Ma gli investigatori della Squadra Mobile sostengono che la hostess barcollasse mentre, attorno alle 2,15, ha salutato gli amici dicendo di andare alla toilette e invece è tornata da sola allo yacht. In più, sono in possesso di video choc acquisiti dai cellulari degli amici stessi in cui si vedrebbe Mairead tracannare vari drink al bancone.
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