Tangenti in Comune, il geometra confessa e fornisce altri spunti investigativi. Concessi i domiciliari

Simone Bonci ha ottenuto gli arresti domiciliari
Simone Bonci ha ottenuto gli arresti domiciliari
di Federica Serfilippi
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Giovedì 19 Dicembre 2019, 07:24
ANCONA - «Poter riabbracciare mia figlia e mia moglie è stato il più bel regalo di Natale che potessi ricevere». Il “dono” è la liberazione da Montacuto dopo oltre un mese passato in cella. A riceverlo, ieri mattina, è stato il 46enne Simone Bonci, il geometra comunale in servizio alla Direzione manutenzioni, frana e protezione civile arrestato il 7 novembre nell’operazione Ghost Jobs della Squadra Mobile. Il geometra - accusato di aver pilotato una serie di appalti pubblici per favorire quattro imprenditori edili, finiti ai domiciliari per concorso in corruzione aggravata - ha lasciato il carcere e ora è ai domiciliari.

L’istanza della difesa
«Sono contento di rivedere mia figlia e mia moglie dopo un periodo così duro. Riabbracciarle è il più bel regalo di Natale» ha fatto sapere Bonci attraverso i difensori Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi. I domiciliari sono stati concessi dal gip Sonia Piermartini dopo l’istanza presentata una settimana fa dai due avvocati, a seguito delle dichiarazioni rese dal geometra al procuratore aggiunto Valentina D’Agostino e al pm Ruggiero Dicuonzo, titolari dei due filoni d’indagine che hanno portato la polizia a scandagliare l’operato degli uffici comunali e a indagare 30 persone.

 

Sarebbe stato lo stesso Bonci a richiedere un colloquio con i due magistrati. Nel corso dell’interrogatorio, che si è svolto una decina di giorni fa ma di cui non si era saputo nulla, il tecnico comunale avrebbe fatto delle ammissioni di colpevolezza piuttosto esaurienti, offrendo anche alla procura ulteriori spunti investigativi, su cui ora Squadra mobile dovrà lavorare. Si vedrà se l’inchiesta è destinata ad allargarsi, coinvolgendo altre persone. Ma intanto la collaborazione di Bonci è stata la base per chiedere la rimodulazione della misura cautelare. Con le sue dichiarazioni, verrebbe meno l’esigenza cautelare legata al pericolo di inquinamento delle prove, mentre il rischio che commetta altri reati della stessa natura è vanificato anche da una misura cautelare meno soft o anche da una semplice sospensione del servizio.

Il restyling dei laghetti
Così l’istanza della difesa di scarcerare Bonci è stata accolta dal gip. In precedenza Bonci si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia che si era tenuto pochi giorni dopo l’arresto e così il gip aveva dunque confermato la misura del carcere. Stesso provvedimento adottato dal Tribunale del Riesame, che aveva respinto l’istanza per ottenere i domiciliari. Ora, il 46enne si trova nella stessa condizione degli altri quattro indagati: gli imprenditori Francesco Tittarelli, Marco Duca, Tarcisio Molini e Carlo Palumbi. Per mesi, Bonci e gli altri indagati sono stati intercettati e pedinati dalla Squadra Mobile.

Le spycam sono state installate nell’ufficio del geometra, dove avrebbe manovrato gli appalti pubblici (dai laghetti del Passetto, all’impermeabilizzazione del tetto del park Traiano, passando per i lavori ai cimiteri di Candia, Tavernelle e Pietralacroce), ricevendo in cambio la ristrutturazione della bagno di casa (del valore di circa 33mila euro), prodotti hi-tech (Iphone, un drone, una telecamera Osmo pocket) e la promessa di un portone blindato. Per la procura, le opere non sarebbero state eseguite affatto, parzialmente realizzate o liquidate con importi superiori rispetto alla loro reale portata. 
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