Ancona, sviene in attesa della visita:
«Nessun medico ha aiutato mia madre»

Ancona, sviene in attesa della visita: «Nessun medico ha aiutato mia madre»
di Michele Rocchetti
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Martedì 26 Febbraio 2019, 05:40
ANCONA-  Si sente male mentre è in attesa di fare una visita, ma il personale medico presente non la soccorre, tanto che la figlia è costretta a chiamare il 118. È l’incredibile vicenda capitata a una signora di 78 anni, che la mattina del 4 febbraio si era recata presso la Commissione Medica Integrata di viale Cristoforo Colombo per sottoporsi alla visita necessaria per il riconoscimento dell’invalidità civile e che ora si trova ricoverata in ospedale.
«Mia madre ha subito un’omissione di soccorso – sostiene la figlia -, perché non è possibile che dei medici si disinteressino totalmente dello stato di salute di una persona che accusa un malore e si attivino soltanto dopo che è stato allertato il 118».
  
Ma cos’è successo di preciso? La notte precedente alla visita la signora, che è afflitta da un complesso di patologie ossee e vascolari, aveva avuto qualche problema intestinale, ma la mattina si sentiva abbastanza bene, perciò insieme alla figlia aveva deciso di recarsi ugualmente alla visita. Una volta giunta in sala d’attesa la signora ha però iniziato a sudare freddo, così la figlia ha provato a chiedere alla segretaria se fosse possibile farla stendere su di un lettino. «Mi è stato detto di chiedere ai medici della commissione – spiega la figlia – così ho bussato alla porta e ho fatto loro presente che mia madre non si sentiva bene. Forse l’ho detto con tono troppo pacato, forse hanno pensato che fosse una scusa per passare davanti agli altri, fatto sta che non si sono minimamente preoccupati di verificare le sue condizioni, limitandosi a dire che se stava male non potevano visitarla e che dovevamo tornarcene a casa».
La figlia rientra dunque in sala d’attesa dove trova però la madre accasciata sulla sedia. Per fortuna lì vicino c’è un operatore del 118 che ha accompagnato un altro paziente, il quale controlla il tasso di saturazione del sangue della signora, consigliando la figlia di chiamare subito un’ambulanza. «Prima di farlo mi sono precipitata di nuovo nella stanza della commissione chiedendo ai presenti se intendessero assolvere alle loro funzioni di medici, oppure se dovevo veramente chiamare il 118. A quel punto si sono finalmente alzati dalle loro sedie e, resisi conto della gravità della situazione, hanno magicamente trovato un lettino in una stanza vicina dove far stendere mia madre. Tuttavia continuavano a tergiversare. Così alla fine ho chiamato veramente il 118».
Una volta trasportata al pronto soccorso di Torrette alla signora è stato diagnosticato un crollo delle vertebre, per cui le sono stati prescritti un busto e degli antinfiammatori. Alcuni giorni dopo alla signora è però venuta la febbre, perciò è stata di nuovo portata all’ospedale di Torrette dove la stanno sottoponendo a una serie di accertamenti. «I suoi problemi ci erano noti – dice la figlia – ma per chiedere la visita domiciliare il nostro dottore avrebbe dovuto inviare il certificato medico di intrasportabilità almeno 5 giorni prima della data fissata per la visita e fino al giorno prima mia madre stava bene. In ogni caso questo non giustifica il comportamento dei medici della commissione, che si sono comportati da burocrati, invece di seguire il giuramento che hanno sottoscritto».
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