Studentessa positiva al Covid: la classe finisce in quarantena

Studentessa positiva al Covid: la classe finisce in quarantena
Studentessa positiva al Covid: la classe finisce in quarantena
di Stefano Rispoli
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 08:45

ANCONA  - Virus a scuola, ci risiamo. Un’altra classe è in quarantena, di nuovo al Savoia-Benincasa, dove già si era verificato un caso proprio in concomitanza con il primo giorno di lezioni. Una ragazza iscritta al quinto anno è risultata positiva al Covid e ora è in isolamento domiciliare come gli altri 22 compagni di classe e 6 insegnanti.

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Tutti si sono sottoposti a un tampone e sarebbero negativi, per fortuna, ma dovranno restare comunque a casa per 14 giorni: per gli alunni coinvolti le lezioni a distanza sono garantite grazie ai sistemi di didattica hi-tech di cui si è dotato l’istituto superiore, uno dei più frequentati del capoluogo. 

Indirettamente si è scatenato il panico anche al liceo classico Rinaldini, frequentato dal fratello minore della studentessa positiva al Covid. In effetti, tutto è nato proprio dal giovane che nel weekend è stato male: febbre, tosse, astenia, sintomi che hanno spinto i genitori a richiedere un tampone. In attesa dell’esito, prudentemente hanno sottoposto anche l’altra figlia al test orofaringeo. Incredibilmente, lui (sintomatico) è negativo, mentre la sorella (asintomatica) è risultata positiva. 

Di conseguenza, al Savoia-Benincasa è scattata la quarantena per una classe di 23 alunni, mentre al Rinaldini il provvedimento non si è reso necessario, fermo restando che il giovane dovrà comunque restare in isolamento domiciliare insieme alla sorella e ai genitori: anche loro, nelle prossime ore, effettueranno un tampone per precauzione, benché non abbiano sintomi particolari. In ansia c’è pure un terzo istituto, il liceo scientifico Galilei, dov’è iscritto un adolescente che sabato avrebbe fatto serata insieme alla studentessa positiva e a un folto gruppo di amici, inclusi alcuni universitari. Insieme al Dipartimento di prevenzione dell’Asur è stato definito un contact tracing per ricostruire la filiera delle frequentazioni della ragazza nelle 48 ore precedenti alla scoperta del Covid: sono scattati tamponi a raffica, i cui risultati sono attesi nelle prossime ore. Proprio al Galilei ieri alcuni insegnanti sono rimasti a casa in attesa dell’esito del tampone e qualcuno ha tenuto la lezione online, a distanza, con gli alunni in classe. 

«Il problema non sono i contagi all’interno della scuola, ma fuori» dice la professoressa Alessandra Rucci, preside del Savoia-Benincasa, costretta a gestire la seconda quarantena da quando è iniziato il nuovo anno scolastico. «Stavolta abbiamo a che fare con tutti casi collegati: il familiare, l’amico dell’amico.

Noi facciamo il massimo per far osservare le regole all’interno della scuola, anche durante la ricreazione. Ma fuori? I ragazzi le rispettano? Indossano la mascherina? Io sono molto preoccupata: credo che siamo solo all’inizio e finché dobbiamo gestire un caso alla volta, ce la facciamo. Ma se ne capitano due o tre insieme, non so come faremo: a quel punto andare avanti sarebbe davvero impegnativo, se non impossibile». Nei giorni scorsi altri istituti della città erano stati interessati da casi di Coronavirus: uno si era verificato alla scuola media Volta di Collemarino, un altro al Podesti di Passo Varano. L’allarme resta alto, fin qui il sistema scolastico ha risposto bene: ma che succederà se il virus, come suggerisce la curva dei contagi, continuerà a diffondersi? 

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