Studentessa positiva al coronavirus, compagni in isolamento e didattica a distanza per altre 19 classi: mancano i prof per controllarle

Studentessa contagiata, 20 classi a casa: mancano i professori per controllarl
Studentessa contagiata, 20 classi a casa: mancano i professori per controllarl
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 07:38

ANCONA  - Capita che una studentessa si scopra positiva al Sars-Cov-2 e, benché sia asintomatica, il preside dell’istituto che frequenta si veda costretto a tenere a casa mezza scuola. In quarantena altre 19 classi.

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Non solo i compagni di classe e gli insegnanti che hanno ruotato nella stessa aula della ragazza contagiata, messi in quarantena dal Dipartimento prevenzione dell’Asur, ma anche altre 19 classi, per le quali da oggi (fino al 3 ottobre) scatta la didattica integrata a distanza per l’impossibilità pratica della scuola di sorvegliarle in assenza dei dieci prof tenuti in isolamento precauzionale. Succede al liceo Vittorio Emanuele II di Jesi, dove quasi due terzi delle 33 classi sono tornate alle videolezioni come ai tempi del lockdown. Per due settimane, il periodo standard dell’isolamento anti-contagio, due classi del liceo classico e ben 18 del liceo di scienze umane ed economico sociale seguiranno le lezioni online da casa.

Il dirigente scolastico, ingegner Floriano Tittarelli, non s’è fatto trovare impreparato. Dopo aver trascorso praticamente tutta l’estate in istituto, con il metro in mano per far quadrare gli spazi delle aule con la distanza minima tra studenti, il preside aveva predisposto anche un piano B in vista del rientro a scuola, con alternanza tra didattica in presenza e a distanza, predisposto in ogni dettaglio sia per fronteggiare eventuali problemi di trasporti (per ora scongiurati) sia per non far perdere giorni di scuola a classi costrette in isolamento dall’emergere - prevedibile come la pioggia d’autunno - di qualche caso positivo tra gli studenti.
L’effetto-domino, nel caso del liceo di Jesi, è stato amplificato fino a coinvolgere più di 400 studenti che faranno lezione in modalità da remoto: la classe frequentata dalla studentessa positiva è sottoposta a quarantena, dunque in isolamento, tutte le altre non hanno vincoli se non quelli di collegarsi al computer con i prof. Scelta obbligata, come spiega il preside Tittarelli in una circolare, «per l’assenza dei docenti coinvolti con la quarantena disposta dal Dipartimento di prevenzione»

In tutto gli insegnanti tenuti in isolamento precauzionale sono una decina e considerato che ogni professore ha dalle 3 alle 9 classi, ecco che gli orari scoperti si sono dilatati a macchia d’olio, coinvolgendo metà istituto. «Si rende necessaria questa misura non essendo al momento possibile sostituire tutti i docenti», spiega il preside nella circolare, in cui chiede agli studenti di affrontare la situazione con serenità e spirito di collaborazione. Senza prof in aula, impossibile controllare classi formate per lo più da studenti ancora minorenni, con profili di responsabilità che toglierebbero il sonno a qualsiasi dirigente scolastico.
Il Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 2 si è subito attivato per avviare l’indagine epidemiologica e dare tutte le informazioni utili per contenere ogni possibile focolaio, mentre ieri pomeriggio la scuola ha provveduto a una sanificazione straordinaria di tutto l’edificio con una ditta specializzata. I compagni della studentessa e i professori sono stati sottoposti a tampone e aspettano l’esito del test. «Al momento stanno tutti bene, non ci sono allarmi particolari», assicurava ieri l’assessore comunale ai servizi educativi Marisa Campanelli. 

Intanto però il caso del liceo Classico Vittorio Emanuele II di Jesi è emblematico di quali contraccolpi possono derivare, nella routine di un anno scolastico complicato da un’infinità di protocolli anti-Covid, da un semplice caso positivo isolato. Tutto per una studentessa che - non avendo alcun sintomo della malattia - si è recata tranquillamente a lezione senza leggerezze o atteggiamenti poco responsabili. 
Casi del genere potrebbero succedersi nelle prossime settimane in altre scuole marchigiane, visto che il Coronavirus nelle Marche continua a circolare, anche se con una velocità di propagazione inferiore alla media nazionale. 


Ieri il bollettino del Gores Marche segnalava 18 nuovi casi di positività registrati esaminando 686 tamponi del percorso nuove diagnosi (1 test positivo ogni 38). Il totale di contagi nelle Marche dall’inizio dell’epidemia sale a 7.769, con un incremento giornaliero dello 0,23%. La provincia con più casi ieri è stata quella di Ancona (8) seguita da Pesaro Urbino (6) e Ascoli Piceno (2), mentre altri 2 casi derivano da fuori regione. I casi dell’ultima tornata comprendono 2 rientri dall’estero (Albania e Pakistan), 8 contatti in ambito domestico, 1 soggetti sintomatico, 6 contatti stretti di casi positivi e 1 caso in fase di verifica.

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