Strage alla Lanterna Azzurra, 40 parti civili: «Il Comune di Corinaldo non è tra le vittime»

Strage alla Lanterna Azzurra, 40 parti civili: «Il Comune di Corinaldo non è tra le vittime»
Strage alla Lanterna Azzurra, 40 parti civili: «Il Comune di Corinaldo non è tra le vittime»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:02

ANCONA  - Il Comune di Corinaldo non sarà parte civile al processo bis per la strage alla Lanterna Azzurra. La richiesta di costituzione è stata rigettata ieri mattina dal gup Francesca De Palma nel corso dell’udienza preliminare legata alle autorizzazioni e agli aspetti di sicurezza della discoteca trasformatasi l’8 dicembre 2018 in una trappola mortale dove persero la vita 6 persone (cinque minori e una mamma di 39 anni) e ne rimasero ferite oltre 200. Respinta anche l’istanza di parte civile della Magic srl, la società che gestiva il locale di via Madonna del Piano. Parti civili, invece, saranno i familiari delle sei vittime, alcuni feriti e il Codacons. Una quarantina di posizioni, in tutto. 


Il Comune di Corinaldo potrebbe invece trovarsi a pagare il risarcimento a favore delle vittime, in caso di condanna degli imputati. È stato infatti citato dagli avvocati delle parti lese come responsabile civile.

Chiamati in causa anche il Ministero dell’Interno (per il corpo dei vigili del fuoco), l’Asur (per l’Area Vasta 2), la W.A.R Private Security (società di sicurezza ingaggiata per l’evento dove avrebbe dovuto presenziare Sfera Ebbasta), e l’Unione dei Comuni Misa e Nevola. Ministero e Asur sono stati citati perché i loro rappresentanti facevano parte della Commissione di Vigilanza che nell’ottobre 2017 rilasciò al locale la licenza di pubblico spettacolo pur, dice la procura, non avendone i requisiti.

Sull’ammissione o meno dei responsabili civili il gup Francesca deciderà il 16 dicembre. In quella data verranno anche formalizzate le richieste dei riti alternativi. Su 19 imputati (18 persone e la società Magic), almeno in otto avrebbero scelto di non farsi giudicare con l’ordinario. Stando a quanto preannunciato, in cinque hanno scelto l’abbreviato. 


Tra questi ci sarebbero il dj del locale, Marco Cecchini, e i quattro proprietari dell’immobile (per la procura «totalmente inidoneo sia dal punto di vista strutturale, che da quello giuridico, all’uso a cui era destinato»): Alberto, Marco, Letizia Micci e Mara Paialunga. Ipotesi patteggiamento per Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic, Alessandro Righetti, addetto alla sicurezza dell’uscita dove caddero le balaustre esterne, e Gianni Ermellini, designato dalla procura come responsabile di fatto della security la notte della tragedia. Sulla via del dibattimento, in caso di rinvio a giudizio, i componenti della Commissione (il sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Rodolfo Milani, Francesco Gallo, Massimiliano Bruni, Stefano Martelli, e Massimo Manna) i soci della Magic Carlantonio Capone e Quinto Cecchini, e due consulente esterni, Maurizio Magnani e Francesco Tarsi. 


I reati ipotizzati a vario titolo: cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, falso e disastro colposo. Tra gli imputati era presente solo il sindaco Principi: «Ho cercato di mantenere una linea che è quella della presenza - ha detto – collaborare in prima persona rispetto a questa drammatica vicenda con il solo obiettivo di raggiungere la verità. Ce la metterò tutta, con la massima disponibilità, non serenità». La costituzione del Comune era stata varata dalla giunta (assente per il voto il primo cittadino): «La comunità di Corinaldo – ha continuato Principi - è vittima di quanto accaduto, ma va rispettata la decisione del giudice». Tra i familiari delle vittime era presente il fratello di Benedetta Vitali, Francesco: «Andiamo avanti, sperando che si concluda tutto il primo possibile, perché c’è chi i danni li ha subiti veramente». 

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