Stop ai sanitari No vax dalle corsie d'ospedale, scattano sei sospensioni a Torrette. Finora 15 provvedimenti

Antonello Maraldo
Antonello Maraldo
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 9 Ottobre 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 10:50

ANCONA Contro i no vax in corsia, dopo il lento stillicidio di due settimane di vuoto, si torna ad accelerare. Scattano altre sei sospensioni a Torrette. Nell’ingranaggio della legge 76, che recepisce il decreto 44 dello scorso aprile - obbligo vaccinale per chi opera, a vario titolo, nelle trincee sanitarie - finiscono infermieri, operatori e ausiliari. 

 
Le conseguenze 
Segnalati e colpiti. Per quattro di loro giovedì sera sono arrivate le lettere dell’Asur, uno è stato indicato dall’Opi, l’Ordine delle professioni infermieristiche, e l’ultimo, che finora era assente giustificato per malattia o infortunio, paga per una disposizione già presa. Da oggi, per ognuno di loro saranno due giorni di ferie d’ufficio, poi la sospensione fino al termine dell’anno, col blocco dello stipendio.

Un destino che può essere ribaltato solo da un eventuale ripensamento sulla scelta fatta. 


La decisione 
I numeri si rincorrono per scongiurare i rigurgiti pandemici. Nell’area del comparto, che mette insieme infermieri, ausiliari, tecnici di laboratorio e di radiologia, amministrativi, sono 23 i provvedimenti notificati agli Ospedali Riuniti, 15 quelli in corso. Del gruppo fa parte un solo camice bianco, messo fuori corsia da una settimana. In questo caso la decisione è derivata da una comunicazione dell’Ordine dei medici. 
Stringe sui tempi Antonello Maraldo, a poche ore dalla determina firmata dal dg Michele Caporossi. «Un lento stillicidio, almeno due settimane di vuoto, poi questa nuova accelerata. Non dipende da noi ma dall’Asur che adotta le misure restrittive. Noi le eseguiamo, non siamo autonomi». Per il direttore amministrativo è difficile azzardare pronostici. «In principio, alle prime battute di questa crociata no vax, a luglio, s’ipotizzava che fossero tra i 60 e gli 80 coloro i quali sarebbero finiti nelle maglie della legge 76. Un numero che, con l’introduzione dell’obbligo del Green pass, si è di certo ridimensionato. Molti si sono vaccinati, altrimenti sarebbero rimasti esclusi da tutto, non solo dal lavoro». Alla fine si sbilancia, Maraldo: «Prevedo che arriveranno almeno un’altra ventina di sospensioni, non di più». 
Dalla cabina di regia di via Conca, le lettere indirizzate ai primi sei segnalati, tra operatori sanitari e portinai, partirono all’inizio di agosto. 


Lo spartiacque
Un avanzare, ma senza colpo ferire. Già allora la commissione ritenne necessario distinguere tra chi non vuole e chi non può, per motivi di salute, prendere la via dell’immunizzazione. Uno spartiacque che può fissare solo una certificazione di esenzione. Le conseguenze: con la scelta giustificata, nel caso di blocco dell’attività lo stipendio è salvo. Non tralascia l’aspetto umano il direttore amministrativo. «Che tristezza essere costretti a privare i lavoratori della propria retribuzione». Maraldo l’aveva detto allora e lo ribadisce, oggi, con la stessa enfasi: «Il principio di questa azione vuol essere di stimolo, non un atto punitivo». Misure contro i rigurgiti pandemici.

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