ANCONA «- È stato lui a provocare» quei giovani, avendoli «palesemente invitati allo scontro fisico». Uno scontro che ha trovato il suo culmine con lo sparo del secondo colpo di pistola, «che poteva essere fatale», poiché ha attinto «il corpo in una zona vitale». È, in buona sostanza, quanto emerge dal provvedimento con cui il gip ha collocato il poliziotto Alessandro Giordano agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. L’accusa: l’aver cercato di uccidere in mezzo alla strada il 21enne Nicolò Giommi, ferito alla coscia e ricoverato ancora all’ospedale di Torrette.
I pericoli
Il gip non ha convalidato il fermo, perché non sussiste il pericolo di fuga, ma la misura cautelare è stata disposta per i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di reiterazione del reato. Tradotto: se il 40enne in forza al Commissariato di Civitanova (formalmente sospeso dal servizio dallo scorso lunedì) dovesse essere rimesso in libertà potrebbe tornare a colpire. Perché? «Potrebbe aver nutrito del risentimento» nei confronti degli amici di Giommi, coloro che attorno alle 4 di domenica mattina si sono presentati in via Flavia, nel quartiere dove il poliziotto vive, per quello che è sembrato essere un regolamento di conti.
La difesa
Il 40enne sostiene inoltre di aver sparato in aria il primo colpo per difendersi dall’aggressione. Per la procura, invece, il poliziotto sarebbe stato malmenato solo dopo i due spari, per togliergli dalle mani la Beretta d’ordinanza. Versioni contro che saranno materia di ulteriori accertamenti. Nei prossimi giorni verrà anche conferito l’incarico per analizzare i cellulari sequestrati dagli agenti della Squadra Mobile e ricostruire la catena dei messaggi scambiati tra le 2 (orario del litigio in discoteca) e le 4, momento in cui in via Flavia s’è scatenato il Far West. Dopo il provvedimento del gip, i difensori stanno valutando il ricorso al Riesame.
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