Ancona, il provvedimento del gip: «È stato lui a provocare lo scontro. Il poliziotto può colpire di nuovo»

«È stato lui a provocare lo scontro. Il poliziotto può colpire di nuovo»
​«È stato lui a provocare lo scontro. Il poliziotto può colpire di nuovo»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 17:21

ANCONA «- È stato lui a provocare» quei giovani, avendoli «palesemente invitati allo scontro fisico». Uno scontro che ha trovato il suo culmine con lo sparo del secondo colpo di pistola, «che poteva essere fatale», poiché ha attinto «il corpo in una zona vitale». È, in buona sostanza, quanto emerge dal provvedimento con cui il gip ha collocato il poliziotto Alessandro Giordano agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. L’accusa: l’aver cercato di uccidere in mezzo alla strada il 21enne Nicolò Giommi, ferito alla coscia e ricoverato ancora all’ospedale di Torrette


I pericoli

Il gip non ha convalidato il fermo, perché non sussiste il pericolo di fuga, ma la misura cautelare è stata disposta per i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di reiterazione del reato. Tradotto: se il 40enne in forza al Commissariato di Civitanova (formalmente sospeso dal servizio dallo scorso lunedì) dovesse essere rimesso in libertà potrebbe tornare a colpire. Perché? «Potrebbe aver nutrito del risentimento» nei confronti degli amici di Giommi, coloro che attorno alle 4 di domenica mattina si sono presentati in via Flavia, nel quartiere dove il poliziotto vive, per quello che è sembrato essere un regolamento di conti. 
I ragazzi, con cui prima c’era stato un litigio in discoteca, sono arrivati dopo i messaggi minatori mandati dal cellulare del poliziotto: «Venite qui se avete il coraggio, vi ammazzo tutti» il tenore dell’invito del 40enne.

A causa della «facilità con cui ha organizzato l’incontro», non si può escludere che possa tornare a colpire ancora: dice, in sostanza, il gip. E ancora: ha invocato durante l’udienza di convalida la legittima difesa quando «è stato lui a cercare lo scontro» con il gruppetto di cui faceva parte Giommi. Nel provvedimento si farebbe anche riferimento alla gravità dell’episodio contestato dalla procura (tentato omicidio aggravato dalla premeditazione) in virtù della posizione di pubblico ufficiale ricoperta da Giordano e di quella divisa portata «con leggerezza». D’altro canto, il provvedimento fa riferimento anche due punti ancora in chiaroscuro: cosa sia effettivamente accaduto dopo l’arrivo dei ragazzi in via Flavia deve essere chiarito; così come deve essere fatta luce sulla direzione che ha preso il secondo colpo di pistola, presumibilmente sparato dal basso verso l’alto. E, per la difesa (avvocati Marco Chiarugi e Paolo Campanati) compatibile con un’eventuale caduta di Giordano, il quale ha riferito al giudice di aver esploso il secondo colpo «accidentalmente». È probabile che a breve la procura possa disporre una perizia balistica. 

La difesa

Il 40enne sostiene inoltre di aver sparato in aria il primo colpo per difendersi dall’aggressione. Per la procura, invece, il poliziotto sarebbe stato malmenato solo dopo i due spari, per togliergli dalle mani la Beretta d’ordinanza. Versioni contro che saranno materia di ulteriori accertamenti. Nei prossimi giorni verrà anche conferito l’incarico per analizzare i cellulari sequestrati dagli agenti della Squadra Mobile e ricostruire la catena dei messaggi scambiati tra le 2 (orario del litigio in discoteca) e le 4, momento in cui in via Flavia s’è scatenato il Far West. Dopo il provvedimento del gip, i difensori stanno valutando il ricorso al Riesame. 

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