Appalti Statale 76, le imprese sollecitano i bonifici dei 40 milioni stanziati: «Senza siamo destinati a fallire»

Appalti Statale 76, le imprese sollecitano i bonifici dei 40 milioni stanziati: «Senza siamo destinati a fallire»
di Marco Antonini
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Novembre 2020, 06:45

FABRIANO - A poco più di 5 mesi dalla firma della ripartizione dei fondi al Ministero dei Trasporti, il comitato delle 40 aziende creditrici, fra Marche e Umbria, torna a protestare e a sollecitare il pagamento di quanto dovuto e atteso da tempo. Sul piatto, per la Statale 76, ci sono più di 40 milioni che andranno a quelle imprese che hanno lavorato nell’ambito del progetto Quadrilatero, maxi-lotto 2 Fabriano-Serra S.Quirico e Pedemontana delle Marche, Fabriano-Muccia. In primo piano il Fondo Salva Opere. 

 
Le azioni
In attesa di un nuovo incontro a Roma, non si escludono azioni eclatanti se non arriveranno i primi bonifici. Ieri i rappresentanti del comitato, Albano Morelli (Umbria) ed Emanuele Pepa (Marche), hanno fatto il punto della situazione. «Più volte annunciata, anche dai parlamentari, la prima tranche dei pagamenti ancora non è arrivata». Una sorpresa amara per tutti i 1.500 lavoratori. «Dopo il grande lavoro fatto, in poco tempo, con la creazione del Fondo Salva Opere – dichiarano - abbiamo risolto in parte il problema vista la restituzione di circa il 70% di quanto non riscosso dal contraente generale, Astaldi, rispetto ai lavori fatti. Le parole, però, sono rimaste tali».


L’avvio
Tutto è iniziato a marzo 2019. Prima è stata organizzata una manifestazione a Fabriano. Il mese successivo c’è stato l’incontro con il presidente del Consiglio, Conte e il ministro alle Infrastrutture. «Da quel momento lo Stato ha iniziato a trattare il nostro problema e nel giro di 4 mesi, in teoria, è stata trovata la soluzione con il Fondo, varato a giugno 2019, con lo stanziamento di 85 milioni complessivi: 12 milioni da distribuire nel 2019 e il resto nel 2020». Di questi almeno 40 sono per Marche e Umbria. A giugno 2020 la firma al Ministero per la ripartizione dei fondi, con tanto di nome e cognome, azienda e cifra da liquidare. «Ma i soldi stanziati e finanziati ancora non sono arrivati. E’ stato scritto il decreto, ma da giugno la situazione non è cambiata». Il comitato alza la voce perchè senza quei soldi le aziende rischiano di fallire e non si può più aspettare. Oltretutto non accettano di lavorare lungo la SS 76 perché la fiducia è venuta meno con la conseguenza che arrivano, da altre zone d’Italia, imprese che non vantano crediti pregressi. Di pazienza ne è stata usata tanta. «Le banche ci pressano e non possiamo più gestire questa situazione per molto altro tempo ancora, si rischiano fallimenti per un ritardo dello Stato. Siamo pronti a manifestare in modo forte ed eclatante. Perchè al Mit non hanno neppure il coraggio di convocarci rapidamente? Ci riteniamo sbeffeggiati da un Governo che ci mette la faccia, ma poi non pone in essere le azioni conseguenti», conclude Emanuele Pepa. 
I lavori, intanto, vanno avanti lentamente tra Valtreara di Genga e Serra San Quirico, il tratto da ultimare dove si trovano i fusti di cromo esavalente che hanno bloccato i lavori due anni fa. La conclusione, primavera 2021, si allontana sempre più.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA