JESI - La vicina tanto amabile ben presto si trasforma in una nemica giurata e il rapporto di vicinato un incubo di dispetti, minacce, attentati alla salute della famiglia. In una parola, stalking. Le vittime sono quattro: una famiglia intera con due figlie minorenni. Costretti a cambiare casa, vivono da due anni e mezzo nel terrore. «Siamo esasperati - racconta uno jesino di 52 anni - siamo stati vicini di casa per molti anni, un rapporto buonissimo fino al 2019 quando si è incrinato. Presumo (ma lei non ha mai dato alcuna spiegazione) per la vendita del suo appartamento. Io volevo comprarlo, avevo chiesto un finanziamento e a due giorni dal passaggio lei inspiegabilmente fa dietro-front con una scusa. Me ne sono accorto e da lì sono iniziati i guai…».
Guai che l’uomo elenca come le sequenze di un thriller.
La serie nera
«Per non passare da bugiardo - continua - l’ho registrata col cellulare e ho sistemato telecamere nascoste nel perimetro della mia abitazione, ho milioni di file a supporto di ciò che dico.
Lo choc
Altra denuncia. «L’apice - continua – durante il primo lockdown, quando il Covid faceva davvero tanta paura. Non solo molestie, rumori notturni e vermi lanciati addosso a me e mia moglie, ma la nostra vicina era positiva. Di notte ha sputato sulla porta di casa mia con l’obiettivo di farci ammalare. Le telecamere hanno registrato tutto, l’ho denunciata di nuovo. Mia moglie e le bambine erano terrorizzate». Nel 2020 la famiglia si trasferisce al mare e arriva finalmente l’ammonimento del Questore che però ottiene solo di incattivirla. «Se ci incontrava per strada ci urlava contro, un mese fa ha inseguito in auto mia moglie mentre portava la bambina a scuola. Sono seguite altre denunce, ma in primo grado il Pm ha chiesto l’archiviazione ritenendo che si trattassero di normali liti condominiali, ma il Gip fortunatamente ha rigettato la richiesta dopo l’opposizione. Sono stato costretto a cambiare casa, le mie figlie piccole sono spaventate e mia moglie vive guardandosi attorno col timore di ritrovarsela vicina. Non mi sento tutelato dalla giustizia. E se dovesse accadere qualcosa alla mia famiglia, di chi sarebbe la responsabilità?».
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